A 42 anni dalla scomparsa della giovane studentessa, la Procura di Roma iscrive nel registro degli indagati una persona sentita nelle scorse ore.
Roma – Una svolta nelle indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi arriva con l’iscrizione nel registro degli indagati di una donna accusata di aver fornito false informazioni al pubblico ministero. La notizia rappresenta un nuovo tassello nell’inchiesta riaperta dalla Procura di Roma nel maggio dello scorso anno.
L’indagine, che procede per il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione, vede impegnati i magistrati capitolini insieme ai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma. Gli investigatori stanno conducendo un’attenta rilettura di tutti gli atti accumulati in oltre quattro decenni, alla ricerca di elementi che possano far luce su uno dei casi irrisolti più noti della storia italiana.
La cittadina vaticana scomparve il 22 giugno 1983 e da allora il mistero sulla sua sorte non ha mai trovato risposta. Ora, a distanza di quarantadue anni, nuove energie investigative si concentrano sugli elementi e le testimonianze relative alle ore immediatamente precedenti alla sparizione.
La donna indagata è stata convocata questa mattina negli uffici della Procura a piazzale Clodio, dove è stata ascoltata dagli inquirenti alla presenza del suo legale difensore. L’iscrizione nel registro rappresenta un atto dovuto quando emergono elementi che richiedono approfondimenti su possibili responsabilità.
Laura Sgrò, avvocato che da anni rappresenta la famiglia Orlandi, ha espresso piena fiducia nel lavoro dei magistrati, osservando che l’iscrizione nel registro degli indagati presuppone l’esistenza di motivazioni fondate.
Parallelamente, l’attenzione mediatica si è concentrata nelle ultime settimane sulla figura di Mario Meneguzzi, tema approfondito dal giornalista Massimo Giletti. Il figlio Pietro è stato recentemente ospite della trasmissione “Chi l’ha visto” per parlare delle perquisizioni effettuate dalla polizia nell’aprile 2024 presso le abitazioni della famiglia, compresa una residenza montana a Spedino e un’altra a Roma, intestata alla sorella Monica.
Va precisato che Mario Meneguzzi disponeva di un alibi verificato per il giorno della scomparsa: si trovava nella località montana di Torano insieme alla moglie Lucia, alla figlia Monica e alla cognata Anna Orlandi, sorella di Ercole Orlandi, padre di Emanuela.
Le indagini proseguono con il massimo riserbo, mentre cresce l’attenzione su un caso che da oltre quattro decenni tiene in sospeso l’opinione pubblica italiana e rappresenta una ferita ancora aperta per la famiglia della giovane scomparsa.