Ncc, nuovo stop del Tar ai 20 minuti tra una corsa e l’altra. Mit “Ordinanza senza effetti”

Dai giudici amministrativi arriva una nuova stretta sui decreti Salvini. La trattazione nel merito è fissata al prossimo 4 giugno 2025.

Roma – No alla pausa di 20 minuti tra un servizio Ncc e l’altro e alle modalità di iscrizione al Foglio di servizio elettronico per gli operatori delle auto nere. L’ennesima tegola sui decreti Salvini di riforma del settore Ncc – destinata a far discutere – arriva da una nuova pronuncia del Tar Lazio che torna ad occuparsi del tema con una ordinanza depositata ieri. Una decisione, quella di sospendere l’efficacia di una parte del decreto sul foglio di servizio elettronico che secondo il Mit “non altera il processo di attuazione dei tre decreti attuativi sulla regolazione di taxi e NCC”. La trattazione nel merito è fissata al 4 giugno 2025.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti precisa in una nota che “il decreto interessato dall’ordinanza è allo stato dei fatti congelato” e che “continuerà l’interlocuzione e il confronto con le categorie” per ribadire “l’impegno a combattere l’abusivismo di settore e garantire livelli di servizio di qualità ai cittadini”. “Il decreto interessato dall’ordinanza è allo stato dei fatti congelato, nelle more del completo sviluppo delle funzionalità dell’applicazione digitale per la compilazione del foglio di servizio elettronico”, prosegue il Mit che nella nota si dice convinto che “le successive fasi del contenzioso consentiranno di chiarire la ragionevolezza delle scelte regolatorie effettuate”.

Il Tar del Lazio

Ma in una nota Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori parla di “ennesima sconfitta del ministro Salvini, che ora speriamo si ravveda. Una vittoria non solo degli Ncc, ma anche della giustizia e dei consumatori. Era gravissimo che il ministro, con un atto amministrativo che, a differenza di una legge, non richiede la firma e, quindi, il controllo, del Presidente della Repubblica, cercasse di aggirare la sentenza della Consulta e limitasse alcune libertà espressamente garantite dalla Costituzione, come la libertà di iniziativa economica (art. 41)”.

“Il Tar ora ha chiarito, – afferma Dona – come da noi sempre sostenuto, che il fatto che la partenza, se non si parte dalla rimessa, deve coincidere con l’arrivo del servizio precedente è un modo di far rientrare dalla finestra l’obbligo di rientrare in rimessa già bocciato dalla Consulta. Era assurdo e ridicolo che se si arrivava in un comune, non si poteva ripartire per una nuova corsa da un comune confinante, e, anche se si ripartiva dallo stesso comune, non si poteva nemmeno andare a dormire e viaggiare la mattina dopo riposati, visto che l’unica eccezione era riservata ai servizi svolti entro le 4 del mattino. E pensare che Salvini dovrebbe preoccuparsi della sicurezza stradale!” conclude.

corte costituzionale il giornale popolare
La Consulta

La sentenza del Tar del Lazio “ricorda al ministro Salvini che non si possono modificare le leggi attraverso atti amministrativi come un decreto ministeriale. Quindi sono illegittime tutte le novità inserite come il tempo di attesa di 20 minuti, peraltro limitante dell’iniziativa economica, il servizio che deve iniziare dallo stesso luogo di quello terminato in precedenza e anche il divieto di intermediazione. Una cosa così palese da generare la condanna alle spese (tanto sono sempre soldi nostri) a carico del ministero”, aggiunge in una nota Francesco Artusa, presidente di ‘Sistema Trasporti’, associazione per il trasporto privato di Ncc e bus turistici.

Le Organizzazioni sindacali dei tassisti e associazioni di categoria che insieme a diverse strutture Radio taxi “si sono costituite in giudizio, prendono atto delle ordinanze con le quali il Tar Lazio ha parzialmente sospeso il decreto del Ministero dei Trasporti sul Foglio di Servizio Elettronico. Contesteremo tali decisioni e ci appelleremo con i mezzi che ci mette a disposizione l’ordinamento affinché sia confermata la legittimità di misure che sono state adottate per arginare all’interno del settore Ncc chi opera in modo abusivo o comunque in contrasto con la legge nazionale, le singole leggi regionali e i regolamenti locali”. “Non condividiamo la maggior parte delle argomentazioni utilizzate dai giudici amministrativi e le riteniamo del tutto fuori fuoco rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente già ritenuta legittima, sul punto, dalla Corte Costituzionale”, aggiungono.

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