Naufragio di Cutro, confermata in appello la condanna a 20 anni per lo scafista Gun Ufuk

Il naufragio del 26 febbraio 2023 costò la vita a 94 migranti, tra cui 35 minori.

Catanzaro – La Corte di Appello di Catanzaro ha confermato la condanna a venti anni di reclusione per Gun Ufuk, cittadino turco di 29 anni, accusato di essere uno degli scafisti del caicco “Summer Love”. Il tragico naufragio, avvenuto il 26 febbraio 2023 sulla spiaggia di Steccato di Cutro, aveva provocato la morte di 94 migranti, tra cui 35 minori, suscitando enorme dolore e indignazione.

La sentenza di Appello, emessa dalla terza sezione presieduta dal giudice Carlo Fontanazza, ha ribadito in toto il verdetto di primo grado del Gup di Crotone, Elisa Marchetto, che aveva riconosciuto Ufuk colpevole di naufragio colposo, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte come conseguenza di altro reato. Oltre alla pena detentiva, è stata confermata una multa da 3 milioni di euro.

Nel corso dell’udienza, l’avvocato difensore di Ufuk, Salvatore Falcone, aveva richiesto e ottenuto la riapertura dell’istruttoria dibattimentale per acquisire un’informativa relativa a un’indagine parallela sui presunti mancati soccorsi da parte di Guardia di Finanza e Guardia Costiera. La difesa aveva cercato di dimostrare che la causa delle morti fosse legata a un’omissione di soccorso e non alle azioni di Gun Ufuk. Tuttavia, la Corte non ha accolto questa ricostruzione, confermando la responsabilità dell’imputato come membro dell’equipaggio che aveva condotto il caicco alla tragedia.

La sentenza rappresenta la prima conferma in Appello tra quelle emesse per i cinque imputati coinvolti nel naufragio di Cutro. Tra le altre condanne già pronunciate figurano quella a venti anni per Mohamed Abdessalem, siriano di 26 anni ritenuto il timoniere dell’imbarcazione, e le pene inflitte a Hasab Hussain, Khalid Arslan e Sami Fuat, rispettivamente condannati a 16, 11 e 16 anni di reclusione. Un altro presunto organizzatore del viaggio, Guler Bayram, è invece deceduto nel naufragio.

L’avvocato Falcone, commentando la sentenza, ha espresso il proprio disappunto, definendola un esempio di approccio punitivo che equipara un semplice membro dell’equipaggio agli organizzatori di questi viaggi della speranza. Ha annunciato l’intenzione di ricorrere in Cassazione, confidando che in questa sede si possa ottenere una revisione della decisione.

Il naufragio del “Summer Love” rimane ad oggi una delle più gravi tragedie legate ai flussi migratori verso l’Europa, ponendo interrogativi profondi sulle responsabilità, le politiche migratorie e la gestione delle emergenze in mare.

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