In questo periodo bambini e preparativi per pranzi e cene drenano tutte le energie e le attenzioni. Ma non appena luminarie e addobbi tornano in soffitta…
Il Natale ogni anno ripete una ritualità che tanto seduce i bambini, che con trepidazione attendono i doni sotto l’albero. Almeno coloro che vivono in famiglie che se li possono permettere, perché per chi vive in condizioni disagiate, i regali rappresentano una chimera. Per i credenti rappresenta, non solo, la nascita di Gesù Cristo, ma soprattutto la bontà di Dio. Infatti è l’annuncio radioso della buona volontà di Dio per gli uomini: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama”, come recita il Vangelo.
Eppure, in questo periodo di gioia apparente, di pranzi luculliani, di luci luccicanti e di brindisi a gogo, molte coppie si lasciano. Non è una sensazione a naso, ma è confermata dalle relazioni dei terapeuti. E’ lecito chiedersi, quindi, come mai un giorno dedicato alla festa si trasformi in uno tsunami emotivo. Il punto è che il periodo natalizio intensifica le dinamiche relazionali, in senso positivo e negativo. Per le situazioni che si trascinano da un po’, sono proprio quel clima festoso, l’incontro con la famiglia allargata, la partecipazione forzata ad una gioia collettiva, che possono fare da detonatore ad un conflitto, fino ad allora, sopito. Gli esperti ritengono che l’enfatizzazione delle festività produce solo stress e ansia in chi, già fa i salti mortali per tenere unita la coppia. Pare che nel mese di gennaio e febbraio ci sia una crescita delle richieste di psicoterapia di coppia. Quasi a significare che il ritorno alla normalità della vita quotidiana è una presa d’atto della crisi del rapporto e ci si rende conto che esso è irrecuperabile.
Se si hanno dei figli, il problema assume contorni ancora più difficoltosi. Nel periodo natalizio, i bambini hanno un’energia irrefrenabile e richiedono particolari attenzioni. In pratica non si ha tempo di pensare ai problemi della coppia, che passano in secondo piano. Questo spostare in avanti il confronto aumenta le tensioni. E’ per questo motivo che una volta passata l’atmosfera festiva e le giornate tornano ad essere consuete, che si inizia a guardarsi negli occhi e a pensare a una svolta. Le coppie con più anni sul groppone, spesso con figli adulti, vivono la loro crisi distribuendola in momenti diversi dell’anno. Patiscono poco l’atmosfera natalizia, ma possono essere vittime della solitudine e dopo anni di rapporto di coppia, la revisione del rapporto può affiorare in altri periodi dell’anno. Durante l’estate si verifica un fenomeno analogo.
Uno studio dell’Università di Washington, USA, infatti, valutando le richieste di divorzio, ha evidenziato due momenti clou: ad agosto dopo le ferie estive e a marzo dopo le vacanze invernali. Questi dati confermano che le fasi di pausa e riflessione sono quelle in cui si decide di lasciarsi. Le vacanze si trasformano, dunque, in occasione che fa emergere tutte le criticità di coppia. Le relazioni si rompono e si affermano incomprensioni a avvilimenti, che fino ad allora sono rimasti nascosti fagocitati dalla vita di tutti i giorni e mai affrontati. La festa assume, quindi, i contorni di un “redde rationem” sulla propria relazione, altro che brindisi, doni e cotillon! D’altronde è l’immagine stereotipata della società dei consumi che stride con la realtà, quella che propone un buonismo a tutti costi, stucchevole e sdolcinato, fatto di sorrisi e abbracci ipocriti. La vita reale è tutt’altro, come già analizzò con acutezza il compianto Eduardo De Filippo nell’opera teatrale tragicomica “Natale in casa Cupiello” del 1931, in cui tutti i sentimenti umani vennero a galla proprio nel periodo delle festività natalizie.