In caso di serrata sarebbero centinaia le famiglie private del reddito in un momento terribile nel pieno della pandemia. Il governo deve intervenire in maniera forte con i vertici del gruppo americano.
Napoli – I lavoratori della Whirlpool bloccano la stazione di Gianturco e la Centrale di Napoli. Una delle tante iniziative di protesta per scongiurare la chiusura del sito partenopeo. Ieri giornata convulsa per i lavoratori napoletani dell’azienda di elettrodomestici a stelle strisce. Ed oggi non sarà da meno. Lo dice Antonello Accurso, segretario generale della Uilm Campania:
“… Quanto sta accadendo – dice il sindacalista – è inaccettabile, l’azione di governo non può limitarsi ad una telefonata in cui si prende atto che la multinazionale non intende rispettare gli accordi, soprattutto se questo avviene in piena pandemia costringendo i lavoratori di Napoli a protestare in un momento di difficoltà e di precarietà per sé stessi e per le persone coinvolte dalle proteste. I lavoratori continueranno l’agitazione...”.
Gli ex dipendenti si sono dati appuntamento in azienda e, dopo un’assemblea, hanno dato il via a un corteo percorrendo via Argine e dirigendosi verso la stazione Centrale, mandando il traffico in tilt in alcune strade della città. I lavoratori intendono scongiurare la chiusura dello stabilimento ma pare che la multinazionale non abbia affatto intenzione di tornare sulle sue decisioni.
I lavoratori avevano trascorso l’intera giornata di domenica scorsa in fabbrica a testimoniare la loro caparbietà nel rimanere sul posto di lavoro. La volontà di “non mollare” ha unito tutte le maestranze e sono previste iniziative eclatanti anche per costringere il governo ad un intervento non palliativo:
“…Siamo tutti più consapevoli – dicono gli operai – che non possiamo fare altro che andare avanti. Le nostre giornate passano tra i ricordi di ciò che è stato e di ciò che vorremmo fosse ancora. Non possiamo pensare che sia tutto finito. In questa azienda molti di noi hanno trascorso gli anni dell’infanzia e dell’età adulta. Eravamo amici prima ancora di essere colleghi e non riusciamo a staccarci da questo posto...“.
La gravissima situazione è comune anche per altre aziende. L’economia, già piagata dal Covid, è al collasso ma i motivi di certe smobilitazioni e trasferimenti sono spesso indipendenti dai danni arrecati dalla pandemia.
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