Muore di pertosse a 12 anni: indagate due pediatre

Omicidio colposo l’accusa per le specialiste che seguirono Andrea Vincenzi prima della tragedia.

Castiglione Torinese – Le autorità giudiziarie hanno aperto un fascicolo d’inchiesta nei confronti delle due specialiste in pediatria dell’ospedale chivassese che ebbero in carico Andrea Vincenzi, il ragazzino di dodici anni residente a Castiglione Torinese che perse la vita dopo essere stato dimesso per tre volte nell’arco di quarantotto ore. Il reato contestato è omicidio colposo nell’ambito dell’attività medica.

Il giovane, che militava come estremo difensore nell’Usd Gassino San Raffaele, il 21 febbraio 2024 non fece più ritorno nella sua abitazione dopo l’ultimo disperato trasporto d’urgenza, spegnendosi a causa di una pertosse mai identificata, evoluta in un accumulo di liquidi nella cavità pleurica che gli compromise fatalmente la respirazione.

L’inserimento delle due professioniste nell’elenco degli indagati rappresenta un passaggio obbligatorio per permettere lo svolgimento dell’incidente probatorio, richiesto dalla magistrata di Ivrea Maria Baldari su istanza del rappresentante legale dei familiari, l’avvocato Stefano Castrale.

Il tribunale ha designato due esperti, Monica D’Amato e Vincenzo Tipo, incaricati di esaminare i materiali biologici e l’intera documentazione medica, al fine di determinare se quella morte fosse realmente inevitabile o se derivasse da negligenze e valutazioni errate.

Secondo la ricostruzione dell’accusa, durante il terzo accesso al pronto soccorso le due pediatre non avrebbero modificato la cura antibiotica malgrado il peggioramento del quadro sanitario. Non avrebbero richiesto un esame radiologico del torace, che avrebbe potuto evidenziare la diffusione dell’infezione, e non avrebbero disposto il ricovero che avrebbe garantito un controllo continuo.

Il documento autoptico redatto dal medico legale Alessandro Marchesi è inequivocabile: insufficienza respiratoria provocata da un versamento pleurico esteso, conseguenza di una pertosse non riconosciuta.

Questo scenario contrasta con le dichiarazioni del responsabile della Pediatria chivassese, che dopo la tragedia aveva sostenuto i colleghi affermando che gli accertamenti effettuati e le condizioni cliniche valutate come stabili avevano giustificato le dimissioni con prescrizione antibiotica. “I protocolli sono stati osservati”, aveva affermato.

Fra il secondo e il terzo accesso al pronto soccorso erano stati individuati un’infezione da Mycoplasma e un ematoma al braccio destro. Anche questi fattori, secondo gli investigatori, avrebbero dovuto motivare approfondimenti aggiuntivi. Andrea, dopo tre dimissioni successive, si aggravò fino al trasferimento d’emergenza presso il Regina Margherita torinese, dove giunse in condizioni disperate.

Nei giorni che seguirono la tragedia, Castiglione Torinese si raccolse in una fiaccolata silenziosa: centinaia di persone con i lumini accesi, un’intera cittadinanza che piangeva un bambino di dodici anni. I suoi compagni di squadra lo onorarono tenendo stretti i guanti da portiere. L’Usd Gassino San Raffaele lo commemorò: “Andrea faceva parte della nostra famiglia, sempre allegro, sempre disposto a dare il massimo in campo. Il suo ricordo rimarrà indelebile”.

L’indagine della Procura ivreese entra ora nella sua fase cruciale, in un processo al sistema sanitario e alle sue criticità.

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