Dalla conferma del taglio del cuneo fiscale alla spending review nei ministeri, fino ai provvedimenti a favore di natalità e famiglie.
Roma – Mossa a sorpresa del governo, che nel Consiglio dei ministri di questa sera si accinge non solo a approvare il Documento programmatico di Bilancio da inviare all’Ue e il Decreto fiscale, ma anche la stessa manovra finanziaria. L’obiettivo è rispettare proprio i tempi dettati dalla Commissione europea, che vuole che la legge di bilancio sia sottoposta ai parlamenti dei Paesi membri entro il 20 ottobre. Nel testo della manovra finanziaria per il 2025 sono inserite già diverse misure considerate fondamentali. Prevista la conferma del taglio del cuneo fiscale e nuovi fondi alla Sanità e alla Pubblica amministrazione, senza per il momento la conferma di aumenti alle tasse, come la parificazione delle accise. Dalla conferma del taglio del cuneo fiscale e dell’accorpamento delle aliquote Irpef al pacchetto natalità, spending review nei ministeri ma anche un contributo da parte delle banche: ecco i punti chiave della Manovra che dovrebbe pesare tra i 23 e i 25 miliardi.
Nel Cdm di oggi doveva essere approvato inizialmente solo il Documento programmatico di bilancio contenente i progetti del Governo per rientrare dal debito pubblico eccessivo e dal deficit entro un massimo di 7 anni. Il Decreto fiscale è invece parte della delega che il Governo ha ricevuto dal Parlamento per riordinare il sistema di tassazione italiano, intervenendo soprattutto sulle aliquote Irpef. Grazie alle risorse recuperate in manovra, l’esecutivo dovrebbe essere in grado di rendere strutturale, quindi permanente e non annuale, il taglio del cuneo fiscale. La pressione delle imposte sui redditi italiani dovrebbe calare dal 42,3% del 2024 al 42,1% il prossimo anno.
Le questioni più complesse da risolvere per il Governo negli ultimi giorni sono state quelle legate alla raccolta dei fondi necessari, circa 25 miliardi di euro, senza aumentare troppo il deficit e quindi accumulare ulteriore debito. Un aiuto importante è arrivato da un inaspettato gettito fiscale extra, proveniente dagli aumenti dovuti all’inflazione. Per i restanti 10 miliardi però, l’esecutivo ha dovuto trovare soluzioni alternative. Altro punto della Manovra dovrebbe prevedere un sostegno alla natalità e alle famiglie attraverso lo strumento dell’assegno unico o con detrazioni mirate alle fasce più deboli. Tra le misure che vengono date per scontate l’estensione alle autonome della decontribuzione per le mamme lavoratrici con due o tre figli.
Poi il capitolo della spending review che dovrebbe portare in dote alla Manovra almeno 3 miliardi con i ministeri che dovranno comunicare dove intendono risparmiare. Tagli che dovrebbero comunque essere gestibili in modo flessibile dai singoli dicasteri. Alla revisione della spesa dovrebbero partecipare anche gli enti locali e i Comuni. Giorgetti elaborerà un piano di riduzione delle spese per tutti i dicasteri, dato che, nonostante la richiesta ufficiale del ministero dell’Economia, nessun ministro ha presentato un progetto di taglio dei costi. Il Governo proverà a raccogliere nuovi fondi sia dai “sacrifici” delle banche preannunciati dal ministro dell’Economia nei giorni scorsi, sia dai tagli lineari ai ministeri.
Fondi freschi alla legge di bilancio dovrebbero arrivare da un contributo di solidarietà da parte degli istituti bancari più grandi ma non è escluso che possa riguardare anche altri settori come quello delle imprese energetiche o le assicurazioni. La trattativa con le banche è in corso. Sembra escluso un aumento dell’Ires e dell’Irap, mentre sul tappeto spunta un contributo sulle somme portate ad aumento patrimoniale (e quindi non distribuite come dividendi) ma si è ipotizzato anche un intervento di slittamento delle Dta (le imposte differite attive) e sulle stock option date ai manager.
Secondo le previsioni non sarà tagliata la spesa sanitaria, su cui il governo si è impegnato a mantenere l’incidenza sul Pil. Il ministro Orazio Schillaci si è detto fiducioso che rispetto ai 5 miliardi stanziati nella legge di bilancio dello scorso anno potrebbe esserci un aumento intorno ai 2 miliardi. Qualche indiscrezione ipotizza fino a 3 miliardi. Riguardo il nodo pensioni, nulla da fare per riforme strutturali su questo fronte ma si lavora, comunque, per confermare la piena indicizzazione delle pensioni rispetto all’inflazione. E un aumento delle pensioni minime. Tra le ipotesi circolate c’è anche quella di un perfezionamento del cosiddetto bonus Maroni, con incentivi a chi sceglie di rimanere al lavoro anche avendo i requisiti per il pensionamento.
Come ha confermato il ministro Giorgetti, la Manovra stanzierà anche le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici per il 2025-27. E ancora, sul fronte casa e bonus ristrutturazione, l’obiettivo al quale si lavora è quello di garantire per un altro anno il bonus al 50%. Evitando così che da gennaio l’agevolazione fiscale scenda al 36%.