agente si salva con il taser

Morto per infarto dopo l’uso del taser, c’è un indagato. E infuriano le polemiche

Si tratta di un meccanico 51enne con cui Riccardo Zappone, 30enne affetto da disturbi psichici, avrebbe avuto una lite finita a bastonate. Indaga la Procura di Pescara.

Pescara – C’è un indagato per la morte di Riccardo Zappone, il 30enne deceduto ieri per un infarto a Pescara dopo un intervento della polizia, che ha utilizzato il taser. Si tratta di un meccanico 51enne, con cui l’uomo avrebbe avuto un diverbio degenerato in lite, a seguito della quale gli egenti sono intervenuti. Quindi la tragedia.

Affetto da disturbi psichici e già sottoposto in passato a trattamenti sanitari obbligatori (TSO), Zappone era seguito dal Centro di salute mentale di Chieti. Nonostante le difficoltà, la sua famiglia cercava di proteggerlo, consapevole della sua dipendenza da sostanze. E le forze di polizia locali lo conoscevano molto bene.

La lite, il pestaggio e l’intervento della polizia

Secondo quanto ricostruito finora dagli inquirenti, il giovane si era recato a Pescara, pare per incontrare il meccanico. Poco dopo, alcuni passanti hanno segnalato una lite in strada. Secondo la procura, Zappone è stato aggredito con un bastone da più persone. Quando è arrivata la polizia, molti sono fuggiti. Sono rimasti solo Riccardo, ferito, e il 51enne, ora indagato per lesioni volontarie.

Il taser, il fermo e la morte

Durante l’intervento, Riccardo avrebbe avuto un episodio psicotico. Gli agenti hanno usato il taser per immobilizzarlo, portandolo in questura per identificazione. Ma nessun sanitario è stato allertato, nonostante le sue condizioni. Poco dopo, in cella, ha avuto un infarto. I soccorsi non sono riusciti a salvarlo.

Il padre del 31enne: “Che bisogno c’era di usare il taser?”

“Che motivo c’era di arrestarlo se le forze dell’ordine lo conoscevano bene e sapevano chi fosse e che tipo di patologia avesse? Non era opportuno che fosse chiamato il 118 e ordinato il ricovero in trattamento sanitario obbligatorio come era stato fatto le altre volte? Era davvero necessario utilizzare quella pistola elettrica?”, ha detto al quotidiano Il Centro Andrea Zappone, il padre del trentenne morto. “Farò di tutto per capire la verità”, aggiunge l’uomo, sottolineando che “Riccardo non aveva problemi cardiologici”.

Perplessità e critiche per l’utilizzo del taser sono state sollevate da sinistra. “Va vietato”, ha dichiarato senza mezzitermini il segretario di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo. Mentre il segretario della Lega, Matteo Salvini, difende l’operato degli agenti: “Le forze dell’ordine non usano il taser per gioco, lo usano quando ce n’è bisogno e il taser ha salvato centinaia di vite e prevenuto migliaia di reati. Quindi o vogliamo mettere in discussione la libertà di azione delle forze dell’ordine e sciogliamo polizia e carabinieri e viviamo nell’anarchia. O altrimenti andiamo avanti su quello che è una maggiore sicurezza, che è necessaria”, ha dichiarato il vicepremier.

Dal canto suo, il ministro dell’Interno Piantedosi ha espresso cordoglio e chiesto chiarezza sull’accaduto. L’autopsia e l’analisi dei telefoni dei coinvolti aiuteranno a stabilire le responsabilità della morte di Zappone.

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