Morta dopo ore di attesa in ps, l’autopsia: “Prevedibile e prevenibile”. Sette medici indagati

La 41enne Cristina Pagliarulo morì al Ruggi di Salerno dopo ore di attesa prima dell’intervento. La relazione tecnica parla di “ritardo inaccettabile” e responsabilità colpose.

Salerno – Cristina Pagliarulo avrebbe potuto essere salvata se fosse stata operata in tempo. È quanto stabilito dalla relazione autoptica sul corpo della 41enne di Salerno, deceduta lo scorso marzo all’ospedale Ruggi d’Aragona, che evidenzia come la morte fosse “prevedibile e prevenibile”.

Secondo i periti, infatti, il ritardo nel trattamento ha superato “il margine di errore accettabile” e configura una condotta “chiaramente colposa”. Per questo la procura ha iscritto nel registro degli indagati sette medici dell’ospedale Ruggi, dove la donna era arrivata la notte del 3 marzo scorso.

Cristina entrò al pronto soccorso alle 3.05, lamentando dolori intensi. Solo dopo dieci ore fu sottoposta a una TAC, i cui esiti, secondo gli esperti, indicavano chiaramente una ischemia intestinale. Nonostante ciò, nessuno dei sanitari pare aver riconosciuto la gravità della situazione. I dolori della paziente vennero persino interpretati da una dottoressa come “disturbo psichiatrico”, tanto che fu contattato il reparto di psichiatria.

Soltanto alle 17.30 del giorno successivo, Cristina fu trasferita in sala operatoria. Troppo tardi. L’esame autoptico è chiaro: “L’omissione del trattamento chirurgico nei tempi raccomandati ha determinato un peggioramento irreversibile del quadro clinico fino al decesso. Se la paziente fosse stata operata entro sei ore dall’insorgenza dei sintomi, si sarebbe evitata l’ischemia intestinale e la conseguente necrosi”.

La vicenda ha ovviamente devastato i familiari. Nei giorni scorsi, durante la visita del governatore Vincenzo De Luca a Salerno, la madre di Cristina ha espresso la sua indignazione: “Mia figlia è stata condannata a morte in questo ospedale”.

Il nuovo direttore generale del Ruggi, Ciro Verdoliva, ha promesso un incontro con la famiglia e garantito “massima collaborazione” per far emergere le responsabilità, non solo dei professionisti coinvolti ma anche dell’azienda sanitaria.

Il caso sarà approfondito questa sera nella trasmissione “Fuori dal Coro” su Rete 4, che ha anticipato alcuni passaggi della relazione tecnica.

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