L’ultimo caso alla vigilia dell’Immacolata: si tratta di Oussama Saidiki, un trentenne marocchino che si è impiccato a tre mesi dalla fine della pena.
Verona – La situazione nel carcere di Montorio è sempre più drammatica. Tre detenuti si sono suicidati in meno di un mese, l’ultimo dei quali alla vigilia dell’Immacolata. Si tratta di Oussama Saidiki, un trentenne marocchino che stava scontando una condanna a tre anni per reati minori. Gli mancavano solo tre mesi alla fine della pena, ma una presunta crisi psicologica l’avrebbe portato ad impiccarsi nella cella di isolamento dove era stato trasferito dopo il colloquio con lo psichiatra.
Prima di lui, il 10 novembre scorso, si era tolto la vita Farhady Mortaza, un iraniano di 34 anni condannato per omicidio. Dieci giorni dopo è stata la volta di Giovanni Polin, italiano di 34 anni, in carcere da soli 20 giorni e ancora in attesa di giudizio per presunti maltrattamenti verso la sua ex. Tre gesti estremi che hanno scosso l’opinione pubblica e sollevato interrogativi sulle condizioni di vita e di assistenza dei detenuti.
A denunciare la gravità della situazione è stata l’associazione “Sbarre di Zucchero” che si occupa di assistenza e reinserimento dei carcerati. Secondo l’associazione le istituzioni sarebbero assenti e non garantirebbero i diritti e la dignità dei detenuti. A Montorio, infatti, ci sono 500 persone ristrette ma solo due educatori. Inoltre ai detenuti della sezione 5, quella di Saidiki, era stato recentemente negato l’accesso alla palestra e alla sala dove si gioca a carte, come forma di punizione collettiva.
Tra i detenuti c’è anche Filippo Turetta
Tra i detenuti di Montorio c’è anche Filippo Turetta, il 22enne che ha confessato l’omicidio della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin, accoltellandola e abbandonando il suo corpo vicino al lago di Barcis, in Friuli. Turetta è in isolamento da quando è stato arrestato, il 18 novembre scorso in Germania, dove si era rifugiato dopo il delitto. Il giovane è accusato di omicidio volontario aggravato, sequestro di persona e occultamento di cadavere. Il suo processo si svolgerà a Venezia nella cui provincia, a Vigonovo, si è consumata la tragedia.
Il carcere di Montorio è lo stesso dove, nel 2019, si era suicidato Marco Cucchi, il fratello di Stefano, il geometra morto dopo una settimana di agonia in seguito all’arresto da parte dei carabinieri. Anche Marco Cucchi era in isolamento e si era impiccato con le lenzuola. La sua morte aveva scatenato polemiche e proteste, e aveva portato alla condanna di due agenti penitenziari per omissione di soccorso.
Davanti a questa escalation di suicidi alcune domande sorgono spontanee: che cosa sta succedendo nel carcere di Montorio? Le misure di prevenzione e di sostegno psicologico per i detenuti a rischio sono sufficienti? Con una vigilanza più assidua e continua questi decessi si potevano evitare?