MONTECCHIO EMILIA – 5 PERSONE INDAGATE PER LA MORTE DI 18 ANZIANI.

La procura reggina ha iscritto sul registro degli indagati 5 persone che dovranno spiegare, ognuno per le rispettive competenze e attribuzioni, come abbiano perduto la vita tutte quelle persone e se si poteva fare qualcosa per evitarne la morte.

MONTECCHIO EMILIA – Le morti sospette durante la terribile pandemia approdano nelle aule di giustizia. Stavolta la vicenda riguarda la dipartita di 18 anziani, presumibilmente morti di Covid-19, tutti ricoverati presso la casa della carità San Giuseppe di Montecchio Emilia.

Gli operatori sanitari dichiarano che l’emergenza sarebbe stata affrontata secondo le disposizioni di legge. 

La procura reggina, infatti, ha iscritto sul registro degli indagati 5 persone che dovranno spiegare, ognuno per le rispettive competenze e attribuzioni, come abbiano perduto la vita tutte quelle persone e se si poteva fare qualcosa per evitarne la morte. Due le ipotesi di reato formulate dal Pm Piera Cristina Giannusa: omicidio colposo e delitto colposo contro la salute pubblica. Reati questi che prevedono il carcere da uno a cinque anni.

Don Angelo Orlandini.

I destinatari degli avvisi di garanzia sono don Angelo Orlandini, 60 anni, parroco di Montecchio e presidente della fondazione proprietaria della residenza sanitaria assistenziale del paese; Fabrizio Bolondi, 54 anni, direttore; Beatrice Golinelli, 47 anni, dirigente; Andrea Muzzioli, 51 anni, responsabile del servizio di prevenzione e di protezione e Paolo Formentini, 58 anni, medico esterno. Il pubblico ministero, che si è avvalso del nucleo Antisofisticazione dei carabinieri di Parma per svolgere le indagini, avrebbe disposto un accertamento tecnico irripetibile mirato ad verificare le cause dei decessi e il nesso di casualità tra le disposizioni di legge anti-contagio e le dipartite.

Il Nas di Parma.

A tal proposito il magistrato inquirente ha nominato come consulente tecnico d’ufficio Alessandra Bergonzini, medico legale di Ferrara, che dovrà procedere con le autopsie resesi necessarie per stabilire non solo le cause della morte per ognuna delle vittime ma anche la presenza o meno delle presunte inosservanze delle norme sul contenimento della pandemia. Una volta disposte le necessarie incombenze giudiziarie sia gli indagati che i parenti delle vittime potranno, a loro volta, nominare i legali di fiducia e consulenti tecnici di parte:”… E’ un momento molto delicato – ha detto l’avvocato Emilio Stagnini, legale di don Angelo Orlandini – preferisco non rilasciare dichiarazioni…”. Di diverso avviso il difensore di Fabrizio Bolondi e Beatrice Golinelli:”… Abbiamo piena fiducia nell’operato della Procura – ha aggiunto l’avvocato Nino Giordano Ruffiniil processo accerterà l’estraneità alle contestazioni per i miei due assistiti, in quanto la struttura, di fronte all’emergenza sanitaria, ha operato al meglio per la salvaguardia degli ospiti. Intanto abbiamo chiesto l’incidente probatori in modo che ogni accertamento tecnico sia svolto con la garanzia del contradditorio, davanti al giudice per le indagini preliminari. A nostro avviso non c’è alcun collegamento tra le morti e il mancato rispetto delle norme sul Covid…“.

Il consigliere Gabriele Del Monte, Lega Nord.

La grave situazione di presunte negligenze ed imperizie della casa San Giuseppe era stata segnalata agli inizi di aprile dal consigliere regionale della Lega Nord Gabriele Del Monte che, a suo tempo, avvertiva le autorità sanitarie competenti delle gravi condizioni dei degenti ospiti della Rsa di Montecchio:”… Onde evitare che la situazione possa degenerare in un focolaio difficile da controllare – scriveva Del Monte – (nella struttura oltre agli 80 ospiti lavorano anche 40 addetti) chiediamo che si provveda immediatamente alla sanificazione dell’edificio dopo aver provveduto al trasferimento in ospedale dei pazienti positivi, alla messa in quarantena degli operatori positivi e, soprattutto, che vengano effettuati tamponi “a tappeto” al personale interno e ai loro familiari…”.

Fra le vittime monsignor Giovanni Paolo Gibertini.

Per altro il rappresentate regionale, a sua volta consigliere municipale d’opposizione proprio a Montecchio, aveva parlato di una situazione più grave rispetto a quella riportata dalla stampa locale. Nella struttura pare circolassero poche mascherine di protezione e quelle a disposizione non sarebbero state di tipo omologato. Il consigliere aveva chiesto anche l’audizione del direttore della casa San Giuseppe, Fabrizio Bolondi, per riferire sul grave stato di salute di ricoverati e personale sanitario. All’epoca dei fatti pare che nessuno ebbe a rispondere a Del Monte che poi ha continuato con le sue denunce.

Alle riesumazioni in corso seguiranno le autopsie.

Le 18 salme, fra cui quella del vescovo emerito di Reggio Emilia monsignor Giovanni Paolo Gibertini, sono in corso di riesumazione e soltanto dopo l’esame autoptico si potranno stabilire o meno le responsabilità dei vertici della Rsa che, a loro dire, avrebbero lavorato nel pieno rispetto delle regole previste per evitare le infezioni da Coronavirus. Il consiglio pastorale unitario dell’unità pastorale Madonna dell’Olmo, a nome dell’intera comunità, ha espresso vicinanza al parroco di Montecchio Emilia e moderatore dell’unità pastorale don Angelo Orlandini.

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