Monte Faito: il 23enne ferito resta grave, l’arcivescovo prega sul luogo della tragedia

Monsignor Alfano prima della Via Crucis a valle della Funivia: “La via della croce è sempre impegnativa. Questa volta però, è stato tanto difficile”.

Napoli – Restano “stabili nella loro gravità” le condizioni di Thabet Suliman, il 23enne arabo con passaporto israeliano rimasto ferito nell’incidente della Funivia del Faito e ricoverato all’ospedale del Mare di Napoli. Il paziente, fa sapere il bollettino medico diffuso dall’ospedale, permane in “condizioni critiche” e la prognosi resta riservata. La comunità è attonita e prima della Via Crucis, ieri sera, l’arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia, monsignor Francesco Alfano, si è recato alla stazione a valle della Funivia del Faito, dove è stato improvvisato un altarino con lumini, fiori e biglietti per le vittime dell’incidente avvenuto giovedì.

L’arcivescovo ha pregato in silenzio davanti alla stazione, prima di percorrere la Via Crucis nelle strade di Castellammare. “Abbiamo provato a far diventare la nostra speranza più vera, più autentica – ha detto al termine della Via Crucis cittadina – abbiamo provato a stare accanto alle persone che soffrono, la via della croce è sempre impegnativa. Questa volta però, è stato tanto difficile, perché il cuore è squarciato da una sofferenza che tocca tutti”. Poi ha aggiunto: “Siamo qui a nome di tutta la città. Quando il dolore si fa tragedia e ci tocca da vicino, frantumando ogni sogno di ripresa, ci mancano le parole. Sembra che un sogno sia svanito nel nulla”.

E ancora, “non possiamo nascondere che ci sentiamo sconfitti. Tu Signore, che asciughi le nostre lacrime e risani i nostri cuori, accogli chi ha perso la vita nei luoghi a noi cari, amati e apprezzati da tanti. Prima della Via Crucis ero insieme al sindaco, e nel silenzio, ognuno per quello che sente, abbiamo elevato un grido di dolore che si fa speranza”, ha concluso l’arcivescovo. Una speranza che adesso è rivolta a Suliman, il 23enne arabo rimasto ferito nell’incidente della Funivia. Le sue condizioni restano critiche e la prognosi resta riservata. Il giovane è stato sottoposto a intervento di chirurgia ortopedica. Questa mattina “è prevista una rivalutazione clinico-strumentale e in mancanza di controindicazioni l’equipe medica valuterà la temporanea sospensione della sedazione per procedere alla valutazione dell’obiettività neurologica.

Resta intubato per la protezione delle vie aeree e supporto ventilatorio; si legge nel bollettino che è attualmente “ventilato meccanicamente in sedazione profonda”. Nell’incidente della Funivia del Faito, che ha provocato quattro vittime, è morta la sorella di Thabet Suliman, la 25enne Janan. I due erano in vacanza in Italia così come i due turisti britannici Graeme Derek Winn e Elaine Margaret, marito e moglie di 64 e 57 anni. La quarta vittima è Carmine Parlato, 58 anni, macchinista dell’Eav che stava conducendo la cabina precipitata. Come già accaduto in altre tragedie simili, l’indagine della Procura di Torre Annunziata sarà quasi esclusivamente tecnica. Il procuratore Nunzio Fragliasso ha costituito un pool da lui guidato e composto dall’aggiunto Giovanni Cilenti e dai pm Giuliano Schioppi e Alessandra Riccio.

I magistrati hanno già individuato i periti che li affiancheranno negli accertamenti sulla manutenzione e sui controlli, in particolare quelli settimanali. L’ultimo controllo doveva essere effettuato proprio il giorno prima dell’incidente, quando c’era allerta meteo anche per forte vento. Poi sarà necessario approfondire gli aspetti che riguardano i freni e il cavo di trazione, la cui rottura ha provocato la tragedia. Acquisiti i video dei sistemi di videosorveglianza dell’impianto, uno dei quali ha ripreso la fase iniziale del disastro. La Polizia di Stato, in veste di polizia giudiziaria, ha già acquisito un’ampia documentazione che gli investigatori stanno passando al setaccio. Com’è noto l’Eav (l’ente che gestisce la funivia) aveva riattivato il servizio una decina di giorni fa in vista della bella stagione. La Procura di Torre Annunziata dovrebbe poi disporre le autopsie che potrebbero vedere – ma non è scontato – l’iscrizione dei primi indagati nel fascicolo.

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