Bloccato il funerale del sacerdote trevigiano, la Procura di Belluno indaga un infermiere 45enne dopo la segnalazione dell’autorità sanitaria.
Treviso – Funerale bloccato a meno di 24 ore dalla data fissata. Si tinge di mistero la morte di padre Luigi Bassetto, per dieci anni parroco della basilica di Santa Maria Maggiore, deceduto a 80 anni presso l’ospedale di Feltre. Quando era ormai tutto predisposto per le esequie, con la cerimonia funebre fissata per ieri 21 giugno alle 10 a Santa Maria Maggiore, i magistrati bellunesi hanno chiesto di bloccare tutto per valutare se il decesso del sacerdote sia dovuto ad “eventuali responsabilità in ambito sanitario”.
Sulla scorta della relazione trasmessa dalla stessa direzione sanitaria del nosocomio feltrino, la Procura sospetta che la morte del sacerdote possa attribuirsi all’imperizia di un infermiere che avrebbe iniettato una dose di morfina dieci volte superiore a quella prescritta dal medico. Sul registro degli indagati per omicidio colposo è stato iscritto il nome di un infermiere di 45 anni e contemporaneamente è stata disposta l’autopsia: l’incarico sarà conferito lunedì mattina all’anatomopatologo Antonello Cirnelli.
Padre Luigi Bassetto risiedeva in una frazione del comune di Setteville (Belluno) ed è morto il 19 giugno scorso nel reparto di Medicina dell’ospedale di Feltre. Originario di Roncade, dove era nato il 17 marzo 1944, era stato parroco della Basilica di Santa Maria Maggiore per 10 anni, dal 2000 al 2010, per fare ritorno poi nel 2018 ma solo per un anno. A causa di un ictus, l’anno seguente, aveva abbandonato l’incarico pastorale.
Il 9 aprile 2021 padre Luigi aveva celebrato il 50esimo di sacerdozio nella chiesa del castello di Quero, casa dei padri Somaschi dove, a causa delle limitazioni del covid, avevano partecipato solamente i volontari che lo assistevano nel suo percorso di riabilitazione. Nella sua vita sacerdotale padre Luigi aveva prestato servizio come superiore in diverse case e istituti dei padri Somaschi: a Quero come a Bellinzona, a Como e a Treviso, quindi a Somasca, Milano e, da ultimo, prima della malattia, aveva ricevuto l’incarico di supervisore della formazione degli operatori negli istituti Somaschi.