Cinquecento cittadini di Pietradefusi risultano “introvabili” per le Poste, anche il primo cittadino tra i “dispersi”.
Pietradefusi – Una vicenda bizzarra ha investito Pietradefusi, piccola località della Valle del Calore in terra irpina, dove cinquecento utenze domestiche e commerciali su un totale di novecento non hanno mai ricevuto le notifiche di pagamento della tariffa rifiuti trasmesse il 12 agosto dalla ditta appaltatrice del servizio di riscossione comunale. Le missive sono tornate al mittente con l’annotazione “indirizzo ignoto” o soggetto “introvabile”, e adesso sono depositate in due raccoglitori in attesa di una nuova spedizione.
“Forse ha pensato di aiutarci, invece ci ha penalizzato: ora rischiamo di versare sanzioni per ritardo”, osserva con rammarico nella sua stanza del municipio il sindaco Nino Musto, rieletto per la seconda volta nel 2022.
Tra le buste respinte, il primo cittadino estrae la propria: “Pure la mia bolletta è ritornata: anch’io sono introvabile”, insieme al sacerdote don Claudio Moffa, al titolare della farmacia, a diversi consiglieri comunali e al proprietario del locale principale del paese.
Musto ha sporto denuncia alla Procura beneventana per blocco di servizio pubblico e ha fatto segnalazione alla sede provinciale avellinese delle Poste, che stamattina hanno garantito al sindaco di recapitare gli avvisi nelle prossime quarantotto ore. Il primo cittadino però vuole chiarimenti, soprattutto perché “intanto la mancata consegna è stata fatturata e saldata dal Comune”.
Occorrerà fare luce sull’origine del problema, verificatosi mentre, come riferisce il sindaco, il portalettere abituale era in ferie. Rimane enigmatico aver etichettato come “ignoti” o “introvabili”, senza modifiche alla viabilità, metà dei poco più di 2.300 abitanti.
Il sindaco, aspettando gli sviluppi processuali e ispettivi, rassicura i concittadini: “Interverrò presso la società che incassa la tariffa rifiuti perché non applichi penali per ritardo”.
“Il problema è emerso grazie alle domande dei cittadini stessi: prima che le comunicazioni rientrassero al mittente, sono stati loro a informarsi sul mancato arrivo delle lettere di pagamento”, conclude Musto.