Il presidente del Senato propone di anticipare la scarcerazione per chi ha pochi mesi residui di pena, ma l’esecutivo punta su altre soluzioni.
La proposta del presidente del Senato Ignazio La Russa di introdurre un provvedimento di clemenza limitato per alleggerire il sovraffollamento delle carceri italiane incontra la resistenza del governo. L’idea, definita dallo stesso La Russa come “mini-mini-indultino”, prevedrebbe di far uscire prima delle festività natalizie quei detenuti a cui mancano solo pochi mesi al termine della condanna, escludendo però chi è stato condannato per reati contro le forze dell’ordine.
La contrarietà dell’esecutivo emerge chiaramente dalle dichiarazioni del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, che illustra una strategia diversa: colmare nel giro di un biennio il divario tra i 53mila posti disponibili nelle strutture penitenziarie e le quasi 64mila presenze attuali attraverso un piano di interventi strutturali. Secondo fonti governative, questa posizione equivale a un deciso “no” all’iniziativa del presidente del Senato.
All’interno della maggioranza le posizioni sono frammentate. Forza Italia si mostra disponibile ad accogliere la sensibilità espressa da La Russa, con il vicepresidente della commissione Giustizia Enrico Costa che dichiara apertura verso un provvedimento in tal senso, pur subordinando il sostegno alla lettura di un testo concreto che al momento non esiste. La Lega esprime invece una netta contrarietà, mentre in Fratelli d’Italia prevalgono le perplessità legate al principio della certezza della pena, nonostante alcuni esponenti come Gianfranco Rotondi tentino di costruire consenso attorno all’idea.
Lo stesso La Russa riconosce che le prospettive di successo sono ridotte, ma rivendica la coerenza della sua battaglia, spiegando che si tratta di un tema che sostiene da tempo per convinzione personale e professionale, essendo stato avvocato. L’Associazione nazionale magistrati appoggia l’appello del presidente del Senato, sottolineando come il sovraffollamento rappresenti un’emergenza costituzionale che richiede soluzioni immediate.
Il ministero della Giustizia preferisce concentrarsi sul lavoro della task force incaricata di individuare circa diecimila detenuti potenzialmente eleggibili per misure alternative al carcere, un percorso che tuttavia richiede tempi non brevi e non soddisferebbe l’urgenza invocata da La Russa.
Le opposizioni colgono l’occasione per attaccare l’esecutivo. Il Partito Democratico accusa il governo di tre anni di inerzia sul problema carcerario, dichiarandosi comunque disponibile a discutere partendo dalla proposta del presidente del Senato. Riccardo Magi di +Europa chiede a La Russa di specificare quando intenda calendarizzare concretamente il provvedimento, altrimenti si tratterebbe dell’ennesima illusione per i detenuti.