L’aggressione sarebbe stata frutto di un violento litigio. Uno dei due balordi avrebbe minacciato l’invalido un attimo prima di prenderlo a calci e pugni.
L’AQUILA – Catturati a tempo di record i presunti assassini di Teodoro Ullasci, invalido di 51 anni, morto ammazzato in pieno centro storico. I due, dopo una lite iniziale, avrebbero aggredito la vittima a calci e pugni per rubargli il telefonino e soldi contanti, poi la fuga e una casa diroccata come nascondiglio. Ullasci, di origini sarde ma residente in città presso Progetto C.a.s.e. Tempera de L’Aquila. Lo scorso 22 marzo l’uomo si sarebbe incontrato con Carlos Omar Morales, cubano di 24 anni, residente a Cese di Preturo, frazione del capoluogo abruzzese, e con il cittadino rumeno Alexandru Dumitru Balan, 37 anni, entrambi pregiudicati per droga, in piazza Bariscianello intorno alla 17.
I tre, che pare si conoscessero, avrebbero poi imboccato via Fortebraccio dove scoppiava una violenta lite. Al culmine dell’alterco uno dei due balordi impugnava una pietra, senza tuttavia usarla, mentre il complice colpiva la vittima, accompagnata dalla sua cagnetta Akki che abbaiava per difendere il padrone, prima con un violento calcio fra l’addome e il fianco sinistro e poi con un terribile pugno al volto che provocava la caduta di Ullasci, ormai esanime, sul selciato. I due ripulivano dei suoi avrei il pover’uomo e fuggivano verso la periferia della città. Un passante (sentito come testimone) e due donne tentavano di prestare soccorso alla vittima che però non dava più segni di vita. Sul luogo si portavano, immediatamente, i soccorritori del 118 e alcune volanti della Polizia di Stato seguite dagli agenti della Mobile, diretti dal vice questore Roberta Cicchetti.
I paramedici non potevano fare altro che constatare la morte del malcapitato mentre i poliziotti avviavano le indagini coordinate dal Pm Guido Cocco. Dopo un’attenta analisi dei video di diverse telecamere stradali di videosorveglianza gli investigatori riuscivano ad identificare i due stranieri e grazie ad una profonda conoscenza del territorio, nel giro di poche ore, facevano scattare le manette ai polsi dei due presunti assassini.
Morales e Balan venivano infatti catturati in un edificio diroccato della frazione aquilana di Preturo dai poliziotti della Mobile di concerto con i colleghi della sezione Volanti diretta dal commissario Giovanni Salvatori. In una breve conferenza stampa il questore Enrico De Simone ha evidenziato alcune considerazioni:
“Al di la del buon risultato investigativo – ha detto De Simone – a noi interessava mandare un segnale rassicurante alla popolazione soprattutto per la sensibilità sulla sicurezza che hanno gli aquilani. Si tratta del resto di un omicidio di particolare gravità in pieno centro per motivi che noi stiamo cercando di ricostruire non è certo una cosa usuale”.
Infatti rimane da chiarire il movente e che cosa abbia provocato la morte di Ullasci, originario di Siurgis Donigala, in provincia di Cagliari, fratello di Davide Ullasci, comandante della polizia municipale di Iglesias:
”Grazie alle telecamere che hanno ripreso l’evento scellerato di cui ci stiamo occupando – ha aggiunto Roberta Cicchetti, capo della Squadra Mobile – e che ci hanno permesso di estrapolare dai video due fermo immagine con i volti dei responsabili, è stato possibile in mezzora identificare gli autori del reato sulla scorta anche della profonda conoscenza del territorio e in virtù del monitoraggio dei soggetti che vi gravitano”.
Rimane anche da verificare se i tre si conoscessero davvero e in quale occasione si sarebbero incontrati. Poi sarà importante verificare, per gli inquirenti, se l’aggressione a Ullasci era stata premeditata o meno oppure non è stata altro che il frutto di una lite finita male. Pare che uno dei fermati, infatti, abbia minacciato l’invalido:”Teodoro se insisti sai come va a finire...”, poi l’aggressione mortale.
Da questa ipotesi le accuse di omicidio preterintenzionale e rapina pluriaggravata di cui dovranno rispondere i due indagati finiti in carcere e difesi dall’avvocato Giulio Agnelli. La perizia necroscopica, affidata all’anatomopatologo Giuseppe Calvisi, direttore della Unità operativa complessa di Anatomia Patologica dell’ospedale “San Salvatore” dell’Aquila, potrà chiarire meglio le cause della morte ma è probabile che proprio il calcio fra addome e fianco abbia potuto causare il fatale arresto cardiaco:
”Aggressività e violenza abitano la nostra realtà – ha detto il vescovo coadiutore dell’Aquila, Antonio D’Angelo durante la Via Crucis – nella nostra città ci sono episodi che ci dicono che siamo ancora lontani da quella pace di cui si ha bisogno”: La cagnetta Akki, compagna di vita della vittima, è stata ritrovata e consegnata alla famiglia.