L’europarlamentare siciliano del M5S: “Ho chiesto alla Commissione quali azioni intenda adottare per assicurare la tutela”.
Strasburgo – A seguito delle recenti minacce ricevute dal giornalista siciliano Salvo Palazzolo, finito sotto protezione per aver denunciato le attività dei boss mafiosi scarcerati, l’europarlamentare Giuseppe Antoci, cofirmata dal collega Gaetano Pedullà, ha presentato una interrogazione parlamentare alla Commissione europea chiedendo misure più efficaci per la protezione dei giornalisti investigativi impegnati nella lotta alla criminalità organizzata. “I giornalisti investigativi – dichiara Antoci – svolgono un ruolo cruciale nella lotta alla criminalità organizzata. L’Europa deve garantire che le misure di protezione siano realmente efficaci e applicate in tutti gli Stati membri”.
“Ho chiesto alla Commissione quali azioni intenda adottare per assicurare – continua Antoci – il pieno recepimento della Raccomandazione europea sulla protezione dei giornalisti e nuove misure legislative per rafforzare la loro sicurezza. Chi racconta la verità non deve vivere nella paura. L’Europa ha il dovere – conclude l’europarlamentare – di proteggere chi rischia la vita per informare i cittadini e contrastare le mafie”. Al giornalista Palazzolo sono arrivate nuove minacce. La Squadra mobile di Palermo ha informato l’inviato del quotidiano La Repubblica che nel corso di alcune indagini sono state rilevate “gravi ostilità nei suoi confronti”.
Palazzolo sta conducendo da mesi un’inchiesta sui boss scarcerati che sono tornati in città dopo lunghi periodi di detenzione, ha anche svelato i permessi premio concessi ad alcuni ergastolani condannati per omicidi e strage. Ha inoltre denunciato un fiorente giro di spaccio di droga sui canali Telegram. Adesso, sono state rafforzate le misure di vigilanza attorno al cronista che lavora alla redazione palermitana del quotidiano la Repubblica. Una situazione che allarma l’Ordine dei giornalisti Sicilia e il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti che esprimono vicinanza e piena solidarietà al collega. Palazzolo, in passato, è già stato oggetto di minacce.
Nel dicembre 2018, la Squadra mobile di Palermo intercettò alcuni mafiosi del clan Inzerillo mentre discutevano di dare al cronista “due colpi di mazzuolo”: in quei giorni, Palazzolo stava raccontando il ritorno in Sicilia dagli Stati Uniti degli “scappati” della seconda guerra di mafia, dopo la morte di Totò Riina. Nell’aprile 2020, un altro episodio. Il capomafia dello Zen Giuseppe Cusimano insultò pesantemente il cronista di Repubblica su Facebook (“Giornalisti peggio del Coronavirus”): il giovane boss, poi arrestato sei mesi dopo dai carabinieri, non aveva gradito l’articolo che svelava la sua distribuzione di generi alimentari agli abitanti della periferia palermitana durante il lockdown.