L’europarlamentare non potrà correre per AVS a causa della normativa anticorruzione. I tribunali calabresi applicano la legge Severino in seguito alla condanna per falsificazione.
Reggio Calabria/Cosenza – Le commissioni elettorali dei tribunali di Reggio Calabria e Cosenza hanno dichiarato Domenico “Mimmo” Lucano ineleggibile per le prossime elezioni regionali in Calabria, escludendolo definitivamente dalle liste di Alleanza Verdi-Sinistra.
La decisione si basa sull’applicazione della legge Severino, che impedisce la candidatura a chi ha riportato condanne definitive. Nel caso dell’ex sindaco di Riace e attuale europarlamentare pesa la sentenza di primo grado a 18 mesi di reclusione (pena sospesa) per falsificazione documentale nel procedimento giudiziario denominato “Xenia”.
Gli avvocati difensori Andrea Daqua e Giuliano Saitta hanno immediatamente impugnato la decisione presso le Corti d’appello di Reggio Calabria e Catanzaro, richiedendo il ripristino della candidatura del loro assistito.
Lucano si trovava inizialmente iscritto nelle liste elettorali per entrambe le circoscrizioni calabresi, settentrionale e meridionale.
Lo scorso luglio, il Tribunale civile di Locri aveva già pronunciato la decadenza dalla carica di sindaco di Riace, accogliendo un’istanza della Prefettura reggina. Anche questa decisione deriva dalle medesime vicende giudiziarie legate alla presunta gestione irregolare del sistema di accoglienza per richiedenti asilo nel comune aspromontano.
Nonostante il provvedimento di decadenza, Lucano mantiene temporaneamente le funzioni sindacali in attesa del pronunciamento della Corte d’appello, previsto per il mese di gennaio, e dell’eventuale ricorso in Cassazione.
Lo staff legale di Lucano contesta l’applicazione della normativa Severino al caso specifico, sostenendo che il reato di falsificazione documentale contestato non rientrerebbe tra le fattispecie che comportano automaticamente l’incandidabilità secondo la legislazione vigente.
La strategia difensiva punta quindi a dimostrare l’errata interpretazione della legge da parte delle commissioni elettorali tribunalizie, sperando in un intervento correttivo da parte dei giudici d’appello.
Commentando l’esclusione dalla competizione elettorale, Lucano ha tracciato un quadro di continuità persecutoria: “Esiste un filo conduttore che mi accompagna da anni, iniziato con le vicende penali, proseguito con la decadenza istituzionale e culminato ora con l’impedimento elettorale”.
L’europarlamentare ha espresso il proprio scoraggiamento: “Naturalmente abbiamo fatto ricorso ma questa situazione riduce notevolmente il mio entusiasmo”. Tuttavia, ha confermato il proprio sostegno alla coalizione: “Continuerò a supportare con assoluta determinazione la lista di AVS e Pasquale Tridico come candidato presidente regionale”.
Nonostante le difficoltà personali, Lucano ha rivendicato il proprio contributo all’unificazione del centrosinistra calabrese: “Mi sono impegnato per l’unità delle forze progressiste e per i valori che Tridico rappresenta. Per la prima volta abbiamo raggiunto una completa coesione, che costituisce una vera opportunità per la Calabria”.
L’ex sindaco ha concluso con una nota di determinazione: “Proseguiremo il nostro cammino indipendentemente dalle circostanze avverse”.
Il processo “Xenia” che vede imputato l’ex primo cittadino ha riguardato presunte irregolarità nella gestione dell’accoglienza dei migranti nel comune di Riace, dove Lucano aveva sviluppato un modello di integrazione che aveva ottenuto riconoscimenti internazionali. La vicenda giudiziaria ha però messo in discussione alcuni aspetti amministrativi e gestionali del progetto, portando alle condanne di primo grado.
L’evolversi della situazione dipenderà ora dalle decisioni delle Corti d’appello chiamate a pronunciarsi sia sul ricorso elettorale che sul mantenimento della carica sindacale, in un intreccio di procedimenti che continua a condizionare pesantemente l’attività politica dell’ex “sindaco dell’accoglienza”.