La manifestazione in concomitanza del Congresso di Neuropsicofarmacologia presso Milano Fiera City.
Riceviamo e pubblichiamo
Milano – Volontari dei diritti umani in piazza a Milano per chiedere l’implementazione delle direttive ONU in ambito psichiatrico. Sono 250 le persone che hanno marciato lungo il Corso Sempione fino a raggiungere il centro congressi di Milano Fiera City ove si riuniva il College Europeo di Neuropsicofarmacologia, una società che raggruppa neurologi, psicologi, psichiatri e studiosi di neuroscienze con lo scopo di trovare rimedi farmacologici al disagio mentale in contrasto con le indicazioni dell’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, che richiedono alla psichiatri una transizione del paradigma farmacologico a un approccio umano e umanitario, centrato sulla persona, orientato al recupero e rispettoso dei diritti umani.
La manifestazione di protesta è stata organizzata dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, un’organizzazione di volontariato che esercita vigilanza e denuncia sul settore della salute mentale. Franco Basaglia era contrario ai trattamenti psichiatrici obbligatori, e non vedeva di buon occhio il trasferimento delle competenze in tema di salute mentale dai manicomi ai reparti ospedalieri ma, mentre si susseguono in Italia gli eventi di commemorazione nel centesimo anniversario della sua nascita, la psichiatria italiana continua a ignorare il suo messaggio.
È di questi giorni l’ordinanza della Corte di Cassazione che pone la questione dell’incostituzionalità della legge sul TSO (impropriamente della ‘Legge Basaglia’) in quanto non tutela il diritto della persona a essere informato del procedimento e potersi difendere in un contraddittorio davanti a un giudice. Per il presidente del CCDU, avvocato Enrico Del Core, “È significativo che le linee guida ONU e l’ordinanza della Cassazione giungano proprio nell’anno in cui cade il centenario della nascita di Basaglia. Le sue idee innovative furono tradite da una legge concepita in modo da cambiare tutto per non cambiare niente e che rappresenta un ultimo residuo di logica manicomiale. Ancora oggi purtroppo è possibile morire di TSO, come nei dolorosi casi di Francesco Mastrogiovanni, Elena Casetto e Andrea Soldi. Chiediamo che le linee guida ONU e l’ordinanza della Cassazione vengano ascoltate per realizzare davvero il sogno di Basaglia.”
Secondo un’indagine sociale commissionata qualche anno fa dal CCDU, oltre l’80% degli italiani, una volta informati sulla natura della legge sul TSO e sul modo in cui viene applicata, sarebbero favorevoli a una riforma in senso garantista. Oggi a Milano, 250 persone di buona volontà hanno sfilato pacificamente per chiedere agli psichiatri di prenderne atto. Il presidente del CCDU ha inviato una lettera aperta ai dirigenti della ECNP per chiedere cosa intendano fare per implementare rapidamente le linee guida ONU nel campo della salute mentale.
Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani ODV