Craxi la voleva candidare ma lei rifiutò. L’amicizia con Travaglio e la politica da cui era sempre rifuggita pronta a renderle omaggio.
Milano – Il capoluogo lombardo proclamerà il lutto cittadino lunedì 24 novembre per rendere omaggio a Ornella Vanoni, scomparsa venerdì sera nella sua abitazione milanese all’età di 91 anni. La camera ardente è stata allestita al Piccolo Teatro Grassi di via Rovello, aperta al pubblico domenica 23 novembre dalle 10 alle 14 e lunedì dalle 10 alle 13, il luogo simbolo dove la grande artista aveva mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo negli anni Cinquanta.
Il feretro è stato accolto dagli applausi dei presenti, mentre il sindaco Giuseppe Sala ha ricordato l’ultimo incontro con la cantante dopo la laurea honoris causa. L’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi ha sottolineato come Vanoni fosse “distante dai palazzi della politica ma profonda conoscitrice di Milano”.
La scomparsa dell’artista ha innescato una vera e propria passerella di uomini politici e personalità istituzionali. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso cordoglio definendola “un’intellettuale, artista colta e versatile, interprete raffinata di canzoni che hanno lasciato un segno profondo nella storia della musica”, mentre la premier Giorgia Meloni ha scritto sui social definendola un’artista unica che lascia un patrimonio artistico irripetibile.

Eppure, nonostante l’omaggio unanime del mondo politico, Ornella Vanoni ha sempre mantenuto un rapporto controverso con la politica. Nel 1987, quando Bettino Craxi le propose una candidatura parlamentare, la cantante declinò l’offerta con una lettera conservata negli archivi del Senato: “Caro Bettino, mi spiace ma proprio non posso. Lavoro troppo e seriamente”.
Vanoni si dichiarava socialista e aveva avuto una relazione con Pietro Nenni, ma il suo rapporto con la politica attiva era conflittuale. Il rifiuto a Craxi la allontanò dal PSI, il suo partito dai tempi in cui frequentava Giorgio Strehler, fervente socialista e amico di Nenni. Solo nel 2011 accettò di candidarsi alle comunali di Milano con Letizia Moratti, ottenendo però appena 37 preferenze.
Negli ultimi anni della sua vita, Vanoni aveva stretto un’inaspettata amicizia con Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano. Secondo quanto raccontato dal giornalista, si conoscevano da cinque anni e la cantante lo chiamava regolarmente, persino abbonandosi alla versione digitale del suo giornale. La Vanoni lo chiamava puntualmente alle 19:30 o 20:30 per chiedergli della situazione politica internazionale e italiana.
Tra gli amici presenti in prima fila alla cerimonia per la laurea honoris causa di giugno c’erano Liliana Segre, Fabio Fazio, Luciana Littizzetto, Mahmood, Marco Travaglio, Paolo Fresu, Mario Lavezzi e Samuele Bersani, a testimonianza di un’alchimia che abbracciava generazioni e mondi culturali diversi.
Il sindaco Sala ha anticipato che la città intende commemorare la Vanoni in modo permanente, affermando che probabilmente merita anche altro rispetto alla semplice aiuola che la cantante aveva scherzosamente chiesto. Milano si prepara così a dire addio alla sua leonessa, quella che con ironia e libertà ha attraversato settant’anni di storia italiana senza mai piegarsi alle logiche dei partiti.