Migliaia in corteo dopo lo sgombero del centro sociale: artisti, movimenti e politica insieme contro la speculazione edilizia e per il diritto agli spazi pubblici.
Milano – Il capoluogo lombardo è stato attraversato da una grande mobilitazione cittadina intitolata “Giù le mani dalla città”, una risposta diretta alla recente chiusura forzata del centro sociale Leoncavallo e alle vicende giudiziarie che coinvolgono l’urbanistica milanese. Due distinti cortei hanno percorso le vie del centro: il primo mosso dalla Stazione Centrale, il secondo da Piazza Venezia.
Durante il percorso lungo via Melchiorre Gioia, i partecipanti al primo corteo hanno compiuto un gesto simbolico entrando nel cantiere del “Pirellino”, struttura al centro delle indagini urbanistiche. L’edificio è collegato alle vicende giudiziarie che vedono coinvolto il dirigente sotto inchiesta da parte della Procura milanese per presunti illeciti edilizi.
L’iniziativa, svolta in forma pacifica e dimostrativa sotto l’osservazione delle forze di polizia presenti, ha visto gli attivisti raggiungere la sommità del cantiere utilizzando le scale di servizio. Una volta in cima, hanno acceso fumogeni colorati e fatto esplodere petardi, mentre dalla strada i manifestanti scandivano attraverso gli altoparlanti dei veicoli il motto “spazi pubblici non speculazione edilizia”.
La convergenza dei movimenti
In Piazza Duca D’Aosta, antistante la Stazione Centrale, si sono radunate diverse componenti del movimento antagonista milanese: dal centro sociale Cantiere al Lambretta, dai Carc a Potere al Popolo, includendo occupanti e collettivi dell’area anarchica, tutti riconoscibili per striscioni e vessilli. Parallelamente, il secondo gruppo di manifestanti si è concentrato in Piazza Venezia.

I due flussi si sono successivamente uniti in un’unica grande manifestazione nazionale. Sotto lo slogan “Giù le mani dalla città”, l’evento è stato promosso dall’omonimo comitato organizzativo e ha ottenuto il sostegno di centri sociali, gruppi studenteschi, reti femministe, movimenti per il diritto all’abitare, organizzazioni sindacali e numerosi rappresentanti della società civile, creativi, intellettuali e figure pubbliche provenienti da tutta la penisola.
Partecipazione politica e culturale
Tra i presenti si sono notati esponenti di Alleanza Verdi e Sinistra, guidati dal segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, rappresentanti di Rifondazione Comunista e alcuni membri del Partito Democratico con il segretario metropolitano Alessandro Capelli, pur senza esporre simboli di partito. Hanno aderito anche ANPI e ARCI. Tra le personalità del mondo dello spettacolo erano presenti Bebo Storti, Paolo Rossi, Claudio Bisio, Gigi Alberti, Antonio Catania e Renato Sarti.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, intervenendo a margine del Forum Ambrosetti di Cernobbio, ha commentato l’evento: “Lo Stato era obbligato al pagamento di un indennizzo per danni, quindi l’illegalità di quell’occupazione abusiva era stata stabilita dalla magistratura e di conseguenza abbiamo agito secondo procedure standard. Non siamo in apprensione poiché riteniamo legittima ogni forma di espressione del pensiero, inclusa questa, ma confidiamo che tutto si svilupperà responsabilmente”.
Le ragioni della mobilitazione
Marina Boer, presidente dell’associazione Mamme antifasciste del Leoncavallo, ha chiarito prima dell’avvio del corteo: “L’esecuzione dello sfratto è stata il pretesto ma questa manifestazione intende riaffermare l’esigenza di spazi in una metropoli come Milano, intende ribadire la necessità di proseguire”. Non si tratta quindi di un riconoscimento “da museo” dell’attività svolta nei primi cinquant’anni dal centro sociale più conosciuto della città e forse d’Italia, ma della riaffermazione della “necessità” di continuare. “Abbiamo lanciato questa mobilitazione per ottenere una risposta dall’esterno e speriamo sarà molto partecipata e diversificata”.
Salvatores tra i manifestanti
Il regista premio Oscar Gabriele Salvatores ha dichiarato: “È fondamentale essere presenti per il Leoncavallo e per dimostrare che non siamo un gregge che segue passivamente, che esistono anche altre persone”. Insieme agli altri membri di “The Comedians”, spettacolo teatrale che fece scalpore nel 1985 e che proprio oggi celebra i quarant’anni a Fuoricinema, ha aderito alla manifestazione organizzata dopo lo sgombero del 21 agosto.
Il Leoncavallo “rappresenta un valore, un tempo si parlava di controcultura, ma al di là delle definizioni era comunque cultura. Era uno spazio alternativo fondamentale perché Milano, senza riferimenti alle questioni attuali, è cresciuta enormemente secondo una logica di bellezza e ricchezza, ma c’era bisogno anche di questi centri come il Leoncavallo, il Conchetta”, ha concluso Salvatores.