Il tribunale civile ha condannato Laura Ciuladaite, la cognata dell’ex barman, a versare un risarcimento di 25mila euro alla famiglia della giovane uccisa.
Milano – Due mesi dopo il femminicidio di Giulia Tramontano, l’auto utilizzata da Alessandro Impagnatiello per trasportare il corpo della giovane fu venduta alla sua cognata, Laura Ciuladaite. Secondo il tribunale civile di Milano, si legge su Repubblica, non fu per caso, ma con l’obiettivo di rendere Impagnatiello nullatenente ai fini dei risarcimenti dovuti alla famiglia della vittima.
Il giudice Francesco Pipicelli ha condannato Ciuladaite a versare 25mila euro ai genitori, alla sorella e al fratello di Giulia. La famiglia Tramontano, rappresentata dagli avvocati Rosario Santella e Giovanni Cacciapuoti, aveva sostenuto che la vendita della Volkswagen T-Roc fosse stata effettuata “all’esclusivo fine di sottrarre il predetto bene alle ragioni creditorie dei familiari”.
L’auto era passata alla cognata di Impagnatiello nell’agosto successivo al delitto, per 10mila euro, con procura speciale dell’ex barman dal carcere. Impagnatiello, condannato all’ergastolo anche in appello, deve ancora risarcire la famiglia Tramontano: 200mila euro a testa per i genitori e 150mila per ciascun fratello e sorella. Al momento, però, i risarcimenti risultano di fatto inattuabili, salvo quanto potrà essere erogato dal Fondo del Viminale per reati intenzionali violenti.
Il tribunale sottolinea che in famiglia “si condividono notizie, preoccupazioni, scopi e sentimenti”, e che ciò che era noto a Impagnatiello “verosimilmente era noto al fratello e alla cognata”. Un ulteriore elemento riguarda la denuncia di furto dell’auto del 28 ottobre 2024, ritenuta incongruente dall’assicurazione, che si è rifiutata di risarcire i danni.