Migranti: Viminale, nei primi 6 mesi 25.345 sbarchi; -60%. Dal 1 agosto centri in Albania

Rispetto allo stesso periodo del 2023 sono passati da 20.364 a 9.479, secondo il cruscotto statistico del ministero dell’Interno.

Roma – Sono 25.345 i migranti sbarcati sulle coste italiane tra il 1 gennaio e il 28 giugno del 2024. L’anno
scorso, nello stesso periodo, erano stati 62.364, mentre nel 2022 erano 27.346. Rispetto all’anno scorso i numeri si sono ridotti di quasi il 60% (-59,4). Questi i numeri riportati sul cruscotto statistico del ministero dell’Interno. La nazionalità più dichiarata al momento dello sbarco quest’anno è quella del Bangladesh con 5.382, seguono Siria (3.692), Tunisia (3.219), Guinea (2.001) ed Egitto (1.591). I minori non accompagnati sono stati 3.382, rispetto ai 18.820 del 2023 e ai 14.044 del 2022.

“I dati del Viminale – osserva Augusta Montaruli, vicecapogruppo FdI alla Camera – dimostrano che sinistra ha torto mentre il governo Meloni è inequivocabilmente capace di risolvere problemi anche assai complessi come l’immigrazione. Se da gennaio a marzo gli sbarchi in Italia sono più che dimezzati è perché la strategia del blocco delle partenze con il coinvolgimento dei paesi di provenienza e di transito funziona. I risultati possono solo ulteriormente migliorare visto che dopo la Tunisia si è trovato un accordo con l’Albania, si è riaperto un dialogo con l’Egitto e il piano Mattei è ormai una realtà. Finalmente con Giorgia Meloni – conclude Montaruli – l’Europa si sta occupando di immigrazione e controllo dei confini, mentre viene ridotto lo strapotere degli scafisti. La sinistra che ha tifato in questi mesi contro l’Italia esce ancora una volta smentita e sconfitta”.

Il sottosegretario Mantovano in Albania

Intanto il governo annuncia l’apertura dei centri per migranti in Albania dal 1 agosto. Il Viminale ha stanziato 52.700 euro per le camere degli agenti di polizia, che alloggeranno in un resort a Shengjin. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha concluso la visita ai siti di Shengjin e Gjader, dove proseguono e sono in fase avanzata i lavori per realizzare i due centri di prima accoglienza e di trattenimento ai fini dell’espulsione dei migranti illegali, secondo quanto previsto dal memorandum d’intesa siglato da Italia e Albania il 6 novembre 2023.

Il sottosegretario Mantovano che è stato accompagnato dall’ambasciatore italiano a Tirana, Fabrizio Bucci, lo ha fatto sapere Palazzo Chigi in una nota. “La visita – si legge nel testo diffuso da Palazzo Chigi – ha consentito di confermare il pieno rispetto dei tempi previsti e annunciati nella precedente missione albanese del 5 giugno scorso dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e, quindi, l’operatività per il prossimo primo agosto”. Mantovano ha sottolineato il “pieno rispetto del cronoprogramma e la validità di questo innovativo modello di gestione dei flussi migratori illegali, che sta suscitando ampio consenso in sede europea: 15 dei 27 Stati membri dell’Unione ci chiedono infatti di condividere il progetto, al quale stanno guardando con attenzione anche altre nazioni europee, in primis la Germania”.

Giorgia Meloni con il primo ministro albanese Rama

Non è una novità, infatti, che l’intesa Italia-Albania fa scuola in Europa: sulla gestione dei migranti condivisa con Paesi “terzi” il modello Meloni, con l’accordo tanto contestato dalla sinistra tra Roma e Tirana, undici Paesi dell’Unione Europea, guidati da Danimarca e Repubblica Ceca, hanno chiesto alla Commissione di trovare “nuove soluzioni” per trasferire più facilmente i migranti verso Paesi al di fuori dell’Unione Europea, anche durante le operazioni di salvataggio in mare. E solo un paio di giorni fa, alla vigilia del Consiglio europeo, non è certo un caso che arrivi sul tavolo di Bruxelles la lettera della von der Leyen che istituzionalizza il modello Meloni sul tema, segnalando un significativo rallentamento dei flussi irregolari dalla Tunisia grazie alla cooperazione europea sulla gestione dei migranti e l’appello a tenere alta la guardia.

Un tema, su cui commentando la missiva nelle comunicazioni in vista del Consiglio europeo, la stessa Meloni ha avuto modo di rilevare: “Sulla gestione del dossier migranti prima si parlava solo di “redistribuzione”, mentre “ora il paradigma è cambiato ma è fondamentale che questo approccio sia consolidato e diventi strutturale: la stessa lettera che la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha indirizzato ai capi di Stato e di governo va in questa direzione, stabilendo che questo approccio debba rimanere al centro anche delle priorità anche del prossimo ciclo istituzionale”.

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