Migranti: ministero della Giustizia chiarisce su tempi operatività Corti d’Appello

La nota da via Arenula: disposizione transitoria nel testo originario del decreto-legge per consentire a uffici giudiziari di organizzarsi.

Roma – “La disposizione transitoria era stata introdotta nel testo originario del decreto-legge per consentire alle Corti di appello di organizzarsi per far fronte alle nuove competenze loro attribuite. A seguito dell’intervento sul decreto-legge in sede di conversione, quelle competenze sono state sostituite da altre, che ugualmente richiedono interventi organizzativi, implicanti anche alcune modifiche del sistema informatico. Pertanto, l’esigenza alla base della originaria disposizione transitoria, tesa a posticipare di 30 giorni l’operatività delle competenze attribuite alle Corti di appello, permane rispetto alle nuove”. Lo fa sapere il ministero della Giustizia in un chiarimento rispetto al decreto flussi.

“Ciò ha determinato l’esigenza di coordinare la disposizione transitoria – prosegue la nota – in quanto essa richiama proprio ed esclusivamente la competenza inizialmente attribuita dal decreto-legge, ora soppressa, mentre la nuova competenza è definita da altre disposizioni (del medesimo Capo IV del d.l.). A tal fine, si è coerentemente espunto dalla disposizione transitoria la sola menzione delle nuove competenze attribuite originariamente dal dl, conservando il resto del testo, assicurando così che la norma transitoria, riferita ora all’intero Capo IV del dl, conservi la sua finalità (fin dall’origine perseguita) di posticipare di 30 giorni l’operatività delle nuove competenze attribuite alle Corte di appello.

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio

Il riferimento è all’emendamento che interviene sulla “disciplina transitoria” contenuta nell’articolo 19 del dl Flussi. L’articolo 19, così come modificato dalla commissione, prevede quindi che il trasferimento delle competenze alle Corti d’Appello in materia di convalida dei trattenimenti per migranti si applicherà a “trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione” del dl. In commissione Affari Costituzionale della Camera si sono registrati momenti di tensione: a sorpresa, è stato rinviato il dl flussi, approdato in Aula poche ore prima. Una volta dato il via libera alla norma transitoria, il dl è ritornato in Aula dove il governo ha posto la fiducia. Nel provvedimento è confluito anche l’elenco dei Paesi sicuri di origine degli richiedenti asilo, sotto forma di emendamento governativo. Tra questi ci sono anche il Bangladesh, l’Egitto e il Marocco.

La misura arriva nell’emiciclo di Montecitorio con diversi emendamenti, di peso, approvati in commissione. In particolare due che portano la firma della relatrice. Il primo prevede che i contratti pubblici per la cessione di mezzi e materiali a paesi terzi, fatti per rafforzare il controllo delle frontiere e dei flussi migratori, e per le attività di ricerca e soccorso in mare siano secretati. Il secondo, ribattezzato come ’emendamento Musk’ dalle opposizioni, stabilisce o che per i “procedimenti” di “convalida” del “trattenimento” o di “proroga del trattenimento” del migrante che richiede la “protezione internazionale” sia competente la Corte d’Appello in composizione monocratica. Che ora avrà un mese di tempo in più per organizzarsi. Via libera anche ad una stretta sui ricongiungimenti, contenuta in due emendamenti della Lega: “I richiedenti dovranno risiedere nel nostro Paese non più solo per un anno, ma almeno per 2 anni consecutivi”, hanno spiegato i leghisti.

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