L’annuncio della premier nell’incontro con Keir Starmer: i ritardi nei lavori sono stati dovuti soprattutto alle calde temperature estive.
Roma – “Ancora qualche settimana per l’avvio progetto in Albania”. La premier Giorgia Meloni annuncia durante l’incontro a Roma con il primo ministro inglese Keir Starmer, traccia la timeline sui lavori dei centri per migranti in Albania. “Stiamo lavorando a questo progetto con estrema serietà, richiederà ancora qualche settimana perché sia perfetto, avrei preferito che iniziasse prima ma abbiamo gli occhi del mondo puntati su questa iniziativa se serve qualche giorno in più non mi dispiace”, ha spiegato la presidente del Consiglio.
“Il modello che il governo italiano ha immaginato di centri per processare le richieste di asilo sotto giurisdizione italiana ed europea in un Paese straniero non era stato sperimentato, se funziona e io credo funzioni tutti capiscono che c’è una chiave di volta anche per l’elemento di deterrenza ad affidarsi ai criminali”, ha proseguito la premier aggiungendo: “Mi pare di avere ampiamente spiegato che la giurisdizione è italiana ed europea. O si ritiene che la nostra giurisdizione viola i diritti umani dei migranti o questa accusa non trova fondamento“.
Meloni era stata in visita nel Paese a giugno, e aveva inizialmente indicato il primo agosto come il giorno dell’entrata in funzione delle strutture. Ma in realtà ci sono stati dei ritardi: il sottosegretario Alfredo Mantovano aveva spiegato che c’erano stati “rallentamenti” nei lavori. Poi era stata indicata la data del 10 agosto ma c’era stato ancora un rinvio per i centri voluti dalla premier italiana – che prevedono una spesa di 800 milioni di euro in cinque anni -, che hanno subito ulteriori slittamenti per partire. Secondo indiscrezioni, il centro di prima accoglienza situato nel porto di Schengjin è pronto, ma i ritardi riguarderebbero principalmente l’altro sito: l’ex base dell’Aeronautica albanese di Gjader. Qui sono in corso i lavori per dare vita a tre strutture distinte: un centro per il trattenimento di richiedenti asilo con 880 posti, un centro di permanenza per rimpatri (Cpr) con 144 posti e un penitenziario di 20 posti.
I ritardi sono stati attribuiti alle alte temperature estive, che hanno complicato i lavori, che coinvolgono anche i militari italiani del Genio. Il Viminale ha stanziato 52.700 euro per le camere degli agenti di polizia, che alloggeranno in un resort a Schengjin. Il sottosegretario Mantovano, che segue passo dopo passo i lavori nei siti di Shengjin e Gjader, ha sottolineato la validità di questo innovativo modello di gestione dei flussi migratori illegali, che sta suscitando “ampio consenso in sede europea: 15 dei 27 Stati membri dell’Unione – ha detto – ci chiedono infatti di condividere il progetto, al quale stanno guardando con attenzione anche altre nazioni europee, in primis la Germania”.