Il ministro dell’Interno Piantedosi tiene il punto sulla questione: “Attendiamo con interesse il pronunciamento a breve della Cassazione”.
Roma – ”Sul caso Albania e sugli annullamenti dei trattenimenti dei migranti lungi da me fare polemiche, il mio approccio è di aspettare le impugnazioni che faremo. In particolare attendiamo con interesse un pronunciamento che dovrebbe avvenire a breve in Cassazione, dove abbiamo impugnato i primi provvedimenti adottati dall’autorità giudiziaria”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ieri sera durante la presentazione del libro “Perché l’Italia è di destra” di Italo Bocchino, a Napoli.
“Noi siamo stati sempre coerenti, ma i primi rigetti sono avvenuti prima che uscisse una sentenza della Corte di Giustizia Ue. A Catania le motivazioni erano al limite del fantasioso, poi c’è stata la sentenza della Corte di Giustizia Ue che per noi è stata mal interpretata da alcune Corti successive. Intanto segnalo che abbiamo proposto qualcosa di innovativo. L’immigrazione è uno dei tanti temi sui quali si è discusso in passato, anche parti politiche contrarie sostengono che non possono venire tutti. Noi l’abbiamo fatto. Si possono avere tutte le visioni che si vuole, ma si arriverà lì, il modello l’abbiamo tracciato noi. Quindici Paesi hanno detto pubblicamente di seguirci, Paesi anche a guida politica non in sintonia, e i primi provvedimenti programmatici della Commissione europea che si sta insediando vanno in quella direzione”, ha concluso
il ministro.
Contro il modello Albania si è espresso invece Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Napoli, che ha manifestato il suo dissenso nei confronti dell’accordo sui migranti, accusando il Governo Meloni di aver generato uno spreco di soldi e risorse, dato che ci sarebbero “250 agenti a non fare nulla“, almeno allo stato attuale delle cose. “Io non voglio entrare nella motivazione politica, – ha detto Gratteri nella trasmissione di Giovanni Floris – se era opportuno o meno costituire in Albania questo centro, sull’Aspromonte o in Emilia-Romagna”.
“Io dico che ci sono in questo momento 250 uomini delle forze dell’ordine in missione, – ha spiegato il magistrato – quindi con costi alti, che sono lì a non fare nulla. Perché per guardare 8 o 10 migranti non servono 250 persone. Quindi, una cosa seria da fare è che su 250 almeno 200 devono rientrare in Italia. Poi se c’è bisogno perché lì arriveranno 1000 migranti, benissimo… mandiamo 500 agenti, non 250. Ma in questo momento è uno spreco“. Se “200 di loro tornassero in Italia – ha concluso Gratteri – farebbero decisamente comodo perché non ci sono uomini per fare le volanti, ci sono regioni dove manca il 20%-30% sulla pianta organica“.
Sulla questione dell’emendamento al decreto flussi che sposta la competenza per i provvedimenti di convalida in materia di immigrazione e richieste di asilo sulle Corti d’Appello, è intervenuto anche il presidente della Corte d’Appello di Milano Giuseppe Ondei. Riguardo gli effetti ha sottolineato che le stesse Corti “sono l’anello debole per il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr sulla Giustizia”. Già nei giorni scorsi i 26 presidenti degli altrettanti distretti giudiziari italiani avevano parlato di disastro annunciato, ma Ondei entra più nello specifico: “Senza aumenti di organico, la decisone del governo comporterà un aumento dei tempi di decisione di altre cause civili, tra le 400 e le 500 solo a Milano, che passando in secondo piano, non potranno essere trattate con gli standard, 200 giorni in media, raggiunti”.