In Calabria un’imbarcazione si è inabissata trascinando con sé decine di persone. Recuperati 6 cadaveri. A Lampedusa in 51 erano ammassati nello scafo: 10 morti nel ponte allagato.
Reggio Calabria – Una barca a vela carica di migranti si è inabissata lunedì 17 giugno a circa cento miglia dalla costa della Calabria. Oltre una sessantina di persone risultano al momento disperse, tra i quali ci sarebbero 26 bambini. In soccorso dell’imbarcazione è giunto un mercantile che ha trasferito i 12 migranti superstiti – tra cui una donna incinta – su un’unità della Guardia costiera che è poi approdata a Roccella Ionica. In porto è arrivato anche il cadavere di una donna morta dopo essere finita in mare. Durante le ricerche di stamani sono stati recuperati finora 6 corpi: a ritrovarli è stata la nave Dattilo della guardia costiera.
Anche due motovedette sono al lavoro in quel tratto di mare alla ricerca dei dispersi. All’appello mancano circa 60 persone secondo i superstiti dell’imbarcazione, portati in salvo a Roccella Ionica. Le persone sopravvissute facevano parte di un gruppo molto più vasto di migranti scampati ad un naufragio a circa 120 miglia al largo del porto della Locride, forse a causa del maltempo. Si tratta di persone di nazionalità irachena, siriana e iraniana, partite dalla Turchia.
I migranti che viaggiavano a bordo dell’imbarcazione erano partiti nei giorni scorsi da un porto della Turchia. Di quanto è accaduto è stata informata la Procura della Repubblica di Locri, che sta coordinando l’attività investigativa. Intanto proseguono le ricerche delle persone disperse con assetti della Guardia costiera e di Frontex. Un team di Medici senza frontiere sta offrendo assistenza psicologica ai migranti sbarcati. “La scena – raccontano – era straziante, davanti a noi persone traumatizzate, il dolore si toccava con mano”.
Sempre nella mattinata di lunedì, un’altra tragedia si era consumata al largo di Lampedusa: dieci migranti sono stati trovati morti nel ponte inferiore di una barca in legno, completamente allagato. A bordo c’erano altre 51 persone ammassate nello scafo, due delle quali prive di sensi, che sono state salvate. Partita dalla Libia, era in viaggio da alcuni giorni. A prestare soccorso in questo caso stata la ong Nadir di Resqship che si trovava a oltre 100 miglia dalle coste libiche, in acque internazionali a poco più di 40 miglia da Lampedusa, nei pressi dell’area Sar maltese. Il giorno prima aveva raccolto una segnalazione di soccorso relativa a un altro barcone in pericolo, lanciata da Alarm Phone: a bordo c’erano 62 persone poi affidate alla guardia costiera. Nadir ha continuato a monitorare il mare fino alla tragica scoperta dell’imbarcazione con i dieci morti all’interno dello scafo. Il gruppo di soccorritori è intervenuto anche con un’ascia per rompere lo scafo ed entrare all’interno del barcone.