Migranti, caso Iuventa: “Indagine politica caduta nel nulla”, prosciolti gli imputati

Dopo sette anni il procedimento penale si chiude con la sentenza di ‘non luogo a procedere’. Equipaggio “Indagine viziata”.

Trapani –  “Non luogo a procedere”. Si chiude con questa sentenza nella città siciliana il caso Iuventa dopo sette anni dall’indagine a carico di 4 membri dell’equipaggio della nave ong e di altri 17 indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma adesso, pur accogliendo con favore la sentenza
del gup, l’equipaggio esprime “grande disappunto per gli irreparabili danni inflitti”. Sascha Girke, membro
dell’equipaggio accusa: “Risultato di un’indagine viziata e guidata da motivazioni politiche è che migliaia di persone sono morte nel Mediterraneo o sono state riportate con la forza in una Libia devastata dalla guerra”.

Nel frattempo, “la nostra nave – fa notare – è stata lasciata marcire mentre noi siamo rimasti invischiati in un procedimento che dura da anni. Per di più, nel tentativo di ostacolare e diffamare la flotta civile di soccorso in mare sono stati sprecati fondi pubblici per una cifra di circa 3 milioni di euro. Il nostro caso è un simbolo lampante delle strategie che i governi europei mettono in atto per impedire alle persone di raggiungere un luogo sicuro, provocando e normalizzando la morte di migliaia di persone”.

Il caso Iuventa, incalza la ong tedesca, “ha segnato l’inizio di una campagna diffamatoria volta a legittimare la repressione contro i soccorsi in mare della società civile. La natura politica del caso è stata evidenziata, tra l’altro, dal fatto che il ministero degli Interni si sia costituito parte civile nel processo. A riprova del fatto che le accuse fossero infondate sin dall’inizio lo stesso pubblico ministero dopo anni di accanimento lo scorso 28 febbraio ha chiesto il non luogo a procedere per gli imputati durante le conclusioni dell’accusa”.

Per evitare che si ripeta il caso Iuventa, l’equipaggio chiede che venga abolita la disciplina che “criminalizza il favoreggiamento della migrazione. Denunciano il ‘Facilitators package’ europeo e l’articolo 12 del testo unico sull’immigrazione italiano, che consentono e incoraggiano la criminalizzazione della solidarietà tra e verso le persone in movimento, mettendo a repentaglio diritti fondamentali. La Corte di giustizia dell’Ue è ora impegnata in un caso che concerne la validità e l’interpretazione del pacchetto ‘facilitatori'”. 

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