Mi aveva sedotto, ma la ragazza lo accusa

La relazione fra i due c’è stata e sarebbe continuata per alcuni mesi con ripetuti rapporti sessuali. Il professore afferma in sua difesa di aver ceduto al fascino della minorenne ma per la ragazzina ed i genitori si è trattato di veri e propri abusi.

REGGIO EMILIA – La ragazzina di 14 anni reitera le accuse contro il professore di religione e guida spirituale: ”Ho avuto con lui rapporti sessuali completi e non protetti”. I genitori della minorenne poi avevano sporto denuncia e dopo le prime attività investigative il 19 agosto scorso, a Caorle, in casa dei genitori, finiva in manette Andrea Davoli, 52 anni, docente “sospeso” del liceo Matilde di Canossa e già responsabile provinciale del gruppo Gioventù studentesca “Don Luigi Giussani”, che si richiama agli ideali di “Comunione e Liberazione”.

Per i genitori della ragazza sono stati veri e propri abusi

Ferma rimanendo la presunzione d’innocenza dell’odierno indagato sino a eventuale condanna definita per atti sessuali con minore, Davoli, recluso in carcere a Pordenone, avrebbe rispedito al mittente le gravi accuse affermando di “essere stato sedotto“. Il professore e la studentessa si erano conosciuti nel dicembre scorso durante una vacanza organizzata dall’associazione Don Giussani ma i rapporti sessuali si sarebbero consumati prima delle vacanze pasquali in occasione di un ritiro spirituale organizzato a Rimini.

Tra il 6 e l’8 aprile Davoli e la presunta vittima si sarebbero appartati nella stanza di un hotel, su invito dell’educatore. Secondo gli inquirenti Davoli, approfittando di un momento di debolezza della giovinetta per un litigio con un compagno, l’aveva convinta a consumare un rapporto sessuale. Un mese dopo ovvero alla fine di maggio, come si legge nella denuncia, il professore avrebbe avuto un altro rapporto intimo con la quattordicenne, stavolta nella sua auto.

C’è da dire che dopo la confessione della ragazzina ai genitori, dunque prima di mettere nero su bianco, il padre della studentessa avrebbe chiesto un incontro a Davoli ma per telefono i due si sarebbero insultati: ”Lei ha commesso uno stupro!”, avrebbe inveito il genitore contro il docente di Religione: ”Lei è una persona malata e ha bisogno di cure”, rispondeva l’educatore.

Una brutta batosta per Comunione e Liberazione, nella foto il recente meeting di Rimini

La situazione sarebbe precipitata e con l’arresto dell’insegnante i sodalizi di cui faceva parte, come l’associazione Memores Domini, che predica ideali di castità e povertà, e la stessa Comunione e Liberazione, lo sospendevano da qualsiasi carica. L’avvocato Liborio Cataliotti, difensore di fiducia di Andrea Davoli, rimasto in cella dopo la convalida dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip riminese su richiesta del Pm Davide Ercolani, che ha coordinato le indagini dei carabinieri, tenta di chiarire la posizione del proprio assistito:

”L’ipotesi di reato è quella di atti sessuali con minori, va sottolineato che non è quella di violenza sessuale – spiega il penalista – il reato di atti sessuali in sintesi è riferito ad un assenso da parte della vittima ritenuto non valido per motivi ben precisi. Per la legge italiana a 14 anni si può disporre consapevolmente della propria libertà sessuale…Tutto cambia quando entrano in scena tutori, persone a cui il minore in qualche modo è stata affidata. In questo caso siamo in una zona grigia, il mio assistito era un educatore della ragazzina. Bisogna appurare quanto sia realistico parlare di persona a cui la ragazzina è stata affidata. Ripeto siamo in una zona grigia. Chiederò la scarcerazione, in subordine i domiciliari…”.

L’avvocato Liborio Cataliotti

Rimane anche qualche dubbio: perché la minorenne, dopo la prima triste esperienza, avrebbe accettato ancora una volta di rimanere da sola con l’indagato? Lo scorso 23 agosto Davoli è stato ascoltato dal Gip riminese Vinicio Cantarini, il medesimo magistrato che aveva convalidato la reclusione in carcere richiesta dal Pm Ercolani.

Durante l’interrogatorio di garanzia, avvenuto tramite tele-collegamento dal carcere di Pordenone e durato diverse ore, Andrea Davoli ha snocciolato al magistrato inquirente la sua verità rispondendo anche a tutte le domande poste dal giudice per le indagini preliminari alla presenza del difensore di fiducia. Insomma la ragazzina avrebbe riferito ai genitori, prima della denuncia, di aver intrattenuto con l’educatore una vera e propria relazione sentimentale ed il docente, sulle prime, avrebbe confermato questa versione dei fatti.

Tranne poi a confessare di essere malato e di doversi curare. Nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere il Gip è lapidario:” Ha una personalità incapace di autocontrollo della libido e degli impulsi sessuali – scrive Cantarini – anche quando indirizzati nei confronti di giovani minorenni”.

Il liceo Matilde di Canossa dove insegnava Davoli

Per competenza territoriale l’inchiesta si sposta a Reggio Emilia dove la locale Procura ha provveduto a sequestrare il telefonino ed ogni altro strumento informatico in uso all’indagato. Il Gip reggiano, Silvia Guareschi deciderà se rigettare o accogliere l’istanza dei domiciliari avanzata dall’avvocato difensore di Davoli.

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