Cercare in terreni che sono stati teatro di conflitti armati non è una passeggiata per dilettanti. Occorre esperienza, conoscenza e attenzione. Anche dopo molti anni bombe e mine innescate sono in grado di esplodere.
Ciao a tutti Amici e bentrovati anche questa settimana, oggi vogliamo parlarvi di un argomento un po’ particolare: le ricerche di militaria. Molti detectoristi hanno grande passione per la storia della prima e della seconda guerra mondiale. Alcuni di questi, addirittura, sono veri e propri collezionisti esperti ma non mancano i novellini e gli appassionati della domenica.
Nella maggior parte dei casi i veri collezionisti studiano la storia di ogni singolo pezzo che trovano o che acquistano e questo fa di loro una sorta di esperti nel riconoscimento di oggetti anche particolari. Nel secondo caso, invece, siamo di fronte a ricercatori inesperti che cercano in zone di “guerra” i primi reperti da collezionare. Perché questa premessa?
Gestiamo vari gruppi di Militaria e di ricerca col metal detector e molte volte purtroppo capita di vedere oggetti illegali e al tempo stesso pericolosi per chi li maneggia senza la necessaria conoscenza di armi e munizioni. Per muoversi e ricercare target in tutta sicurezza occorrono molta calma e pazienza. Nel contempo bisogna adottare molta accuratezza durante le ricerche.
Su terreni morbidi è più consigliato l’utilizzo di una vanga con la quale si può scavare senza colpire eventuali ordigni che potremmo benissimo trovare nel sottosuolo. Nel caso di terreno duro si può utilizzare anche una piccozza ma bisogna assolutamente evitare di scavare al centro del segnale, piuttosto ai lati ovvero quando i nostri segnali acustici si affievoliscono. Sicuramente documentarsi prima sugli ordigni e armi utilizzati in quella zona durante i due conflitti mondiali ci aiuta molto nelle ricerche e può consentirci di riconoscere quasi immediatamente se un oggetto è pericoloso o meno.
Nel caso di ritrovamento bellico consigliamo, una volta aperta la buca, di segnalare la pericolosità della zona avvertendo subito i carabinieri della stazione più vicina inviando loro le coordinate esatte del punto dove ci troviamo mentre noi, se in zona fossero presenti altre persone, dovremo ricoprire la buca lasciando un segnale di pericolo sopra di essa.
Attenzione: mai maneggiare un ordigno per scattare foto e men che meno portarselo a casa. Bombe anche vecchie o mine o altro materiale esplodente possono nuocere seriamente e deflagrare anche dopo molti anni dunque occhio a non trasformare una bella giornata di svago in tragedia.
Gli ordigni si distinguono in tre categorie: quelli ancora da attivare dunque carichi e pronti all’uso, dunque pericolosi, e muniti ancora di sigilli e protezioni di sicurezza, e gli ordigni sparati che sono quasi sempre innocui. Poi ci sono quelli sparati ma non esplosi che rimangono pericolosissimi perchè con la semplice pressione di una mano potrebbero farvi saltare in aria, anche dopo anni e anni di distanza dalla loro fabbricazione.
Per esempio ordigni caricati con fosforo sono devastanti se dovessero esplodere. Si incendiano al contatto con l’aria e se la sostanza cade sulla pelle i danni spesso sono spesso irreparabili e nemmeno l’acqua è in grado di spegnere le fiamme che si sprigionano dalla bomba. Utilizzare un metal-detector in certi ambiti non è un gioco da ragazzi dunque vi invitiamo ad utilizzare tutte le precauzioni possibili per evitare danni fisici a voi e alle persone che vi stanno vicino. Occhio dunque e arrivederci alla prossima puntata.
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