Meloni sul redditometro: “Nessun ‘grande fratello fiscale’ sarà introdotto dal governo”

La premier dopo le polemiche nella maggioranza: “Confronto con Leo sul decreto, se necessari cambiamenti sarò io la prima a chiederli”.

Roma – “Mai nessun ‘grande fratello fiscale’ sarà introdotto da questo Governo. Sono sempre stata contraria a meccanismi invasivi di redditometro applicati alla gente comune”. Lo precisa, con un post su Facebook, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervenendo sulla questione del redditometro. “L’attuazione della delega fiscale, portata avanti in particolare dal Vice Ministro dell’Economia Leo, è fino ad ora andata nella direzione di migliorare il rapporto tra Stato e cittadino, tutelare i lavoratori onesti e contrastare la grande evasione, quella, per intenderci, dei sedicenti nullatenenti con ville, barca e supercar. Continueremo in questa direzione, sempre dalla parte dei cittadini”, puntualizza la leader di Fratelli d’Italia.

“Sull’ultimo decreto recentemente varato dal Mef, che negli intendimenti delimita l’azione di verifica dell’amministrazione finanziaria, mi confronterò personalmente con il Vice Ministro Leo, al quale ho chiesto anche di venirne a riferire al prossimo Consiglio dei Ministri. E se saranno necessari cambiamenti – chiosa Meloni – sarò io la prima a chiederli”. Fratelli d’Italia per molte ore è restata silente di fronte a una mossa che, stando al tam tam parlamentare, non era stata preannunciata e di cui nessuno, in pratica, sapeva nulla. Tanto che pure al Mef le prime reazioni, raccontano, sarebbero state di “sorpresa”.

A spiazzare non sarebbe stato tanto il contenuto in sé – il refrain ricorrente tra i partiti – quanto il tempismo con cui si è sbloccata una vicenda che appunto, aveva atteso anni. Certo negli ultimi mesi, spiega chi ha ricostruito la vicenda, anche la Corte dei Conti aveva sollecitato l’attuazione del decreto ministeriale, espressamente previsto da una norma del 2018 (il decreto dignità del governo gialloverde) che aveva cancellato sì il vecchio redditometro prevedendo però un ulteriore decreto ministeriale che disciplinasse l’accertamento sintetico, delimitando gli elementi indicativi della capacità contributiva dei cittadini. Si trattava, insomma, di “regolare il superamento” del redditometro di renziana memoria, spiegano anche da Palazzo Chigi, salvo che, per dirla con un parlamentare di maggioranza, l’effetto è stato quello di un “meteorite” sulla campagna elettorale.

Guido Liris, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Bilancio, ritiene doveroso togliere argomenti fasulli al centrosinistra sul tema del redditometro. Fdi “ha sempre avversato questo meccanismo introdotto nel 2015 da un governo proprio di centrosinistra e non intende dunque farne ricorso, tutt’altro: il decreto ministeriale pubblicato in questi giorni si pone l’obiettivo di limitare finalmente il potere discrezionale dell’amministrazione finanziaria di attuare l’accertamento incrociando dati su acquisti, tenore di vita e reddito dichiarato. Il decreto emanato dal ministero, condiviso con associazioni di consumatori, Istat e garante della privacy, risponde alla necessità di dare più garanzie ai contribuenti ristabilendo un rapporto equo con lo Stato. Sì alla lotta ai grandi evasori, no alla persecuzione fiscale dei cittadini onesti”.

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