La sfida della premier in Ue con i conservatori: “Serve un cambio di passo. Von der Leyen? Mi interessa solo portare a casa risultati”.
Roma – Giorgia Meloni fa un “appello al voto”. L’Europa “si occuperà nei prossimi anni di noi anche se noi non ci occupiamo di lei. Penso debba essere molto meno invasiva. C’è margine per costruire una maggioranza diversa e un’Europa diversa”. Ai microfoni di “Giù la maschera” su Rai Radio1 la premier lancia la sua sfida all’Europa che non va, e fornisce la sua ricetta: “Penso che debba soprattutto cambiare nelle proprie priorità, la sfida è un’Europa che si occupi di molte meno cose rispetto a quanto ha fatto in questi anni, regolando cose minime della vita dei cittadini. Si deve tornare a un principio di sussidiarietà per cui l’Ue fa meno cose e le fa meglio. Sarebbe un cambio di passo di cui l’Europa beneficerebbe, ed è quello che vogliono i conservatori europei”.
E a chi le chiede dei suoi rapporti con Ursula von der Leyen, Meloni replica che era normale che con la presidente della Commissione europea costruisse “un rapporto istituzionale, certe ricostruzioni e semplificazioni italiane mi fanno sorridere. A me interessa solo portare a casa i risultati, – tira dritto la premier – pur stando all’opposizione dell’attuale Commissione europea. Con serietà e proposte concrete le cose cambiano”. La sfida è ardua e coraggiosa. Capo di governo e capo di partito. Giorgia Meloni gestisce all’insegna dell’equilibrismo la strategia in vista delle Europee, e soprattutto delle trattative fra cancellerie e fra famiglie politiche dopo il voto dell’8-9 giugno.
Una marcia in cui FdI, Forza Italia e Lega proclamano un unico obiettivo, replicare il modello italiano in Ue, ma ognuno con uno schema diverso. Matteo Salvini rifugge i liberali di Emmanuel Macron. Antonio Tajani spera in un asse popolari-liberali-conservatori ed esclude dall’orizzonte del Ppe, e quindi di FI, “qualsiasi dialogo” con Afd e in generale con Identità e democrazia, la famiglia europea della Lega. In Id è compreso anche il Rassemblement National francese di Marine Le Pen, che ha appena aderito alla kermesse degli spagnoli di Vox a Madrid, dove è intervenuta in collegamento Meloni.
La leader di Fdi sostiene che l’Italia sia tornata “centrale e che il dibattito di questa campagna elettorale lo
dimostri ampiamente. Oggi tutti capiscono che siamo quelli che possono fare la differenza e gli unici come Italia e come conservatori possono portare a un cambio passo in Europa”. Una Europa che deve occuparsi di meno cose, insiste, “rispetto a quelle di cui si è occupata in questi anni, anni in cui ha pensato di dover normare le cose più minime della vita dei cittadini, con quello che poi, anche nascosto da grandi temi come la transizione verde, si è rivelato una sorta di attacco alle libertà dei cittadini”.
Allo stesso tempo, ha detto Meloni, “non sapeva occuparsi delle materie sulle quali gli Stati nazionali non sono in grado di competere autonomamente“. Diversa la posizione delle sinistre, che dopo il suo intervento a Vox hanno protestato accusando la premier di anti-europeismo. “Sta cancellando la libertà delle persone. Fieri della nostra identità antifascista” tuona Elly Schlein. “Non sceglie i conservatori e i moderati ma gli xenofobi e i sovranisti”, lamenta Raffaella Paita, coordinatrice nazionale Iv. “Ha scaricato von der Leyen”, le fa eco il collega a Palazzo Madama Enrico Borghi. “Getta la maschera moderata” rincara Massimiliano Smeriglio, eurodeputato Avs.