Il ministro della Salute azzera il Nitag dopo le polemiche sui medici no-vax. La premier: “Decisione non concordata, noi crediamo nel pluralismo”.
Roma – Colpo di scena al ministero della Salute: Orazio Schillaci ha firmato il decreto che revoca la nomina di tutti i membri del Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni (Nitag), l’organismo finito nell’occhio del ciclone per la presenza di due medici dalle posizioni controverse sui vaccini.
La decisione del ministro, però, non è andata giù alla premier Giorgia Meloni. Secondo quanto filtra da Palazzo Chigi e stando a quanto riferisce Repubblica, la presidente del Consiglio avrebbe manifestato il suo disappunto: “Una decisione non concordata”, avrebbe detto ai suoi collaboratori, aggiungendo che “noi da sempre crediamo nel pluralismo e nel confronto”.

Al centro delle polemiche erano finiti due membri del gruppo: Paolo Bellavite, medico veronese, ed Eugenio Serravalle, pediatra toscano, entrambi noti per le loro posizioni critiche sui vaccini. La loro presenza nel Nitag aveva fatto storcere il naso a molti, tanto che Francesca Russo, dirigente del dipartimento prevenzione della Regione Veneto, aveva rifiutato la nomina proprio per protestare contro l’inclusione dei due professionisti.
Il caso aveva assunto dimensioni nazionali, con il mondo scientifico diviso tra chi sosteneva la necessità di un confronto aperto e chi invece riteneva inaccettabile la presenza di medici dalle posizioni no-vax in un organismo consultivo così importante per le politiche vaccinali del Paese.
La giustificazione del ministro
“La tutela della salute pubblica richiede la massima attenzione e un lavoro serio, rigoroso e lontano dal clamore”, ha dichiarato il ministro Schillaci per giustificare la sua scelta. “Con questo spirito abbiamo sempre lavorato e continueremo ad agire nell’esclusivo interesse dei cittadini”.
Il ministero della Salute ha precisato che “si ritiene necessario avviare un nuovo procedimento di nomina dei componenti del Nitag per coinvolgere tutte le categorie e gli stakeholder interessati”, lasciando intendere che la composizione dell’organismo verrà completamente ripensata.
La mossa di Schillaci, pur risolvendo nell’immediato la controversia sui membri no-vax, apre però un nuovo fronte di tensione all’interno della compagine di governo.