MEGLIO SOLI CON I TEMPI CHE CORRONO

L’esperienza di un eremita che vive, da laico, in grazia di Dio. L’eco del virus si fa sempre più lontana specie sul monte Aspra dove il vento spazza via i cattivi pensieri.

FERENTILLO – Ha un senso oggi ritirarsi in solitudine? Il detto latino “Beata solitudo, sola beatitudo”, calza a pennello ancora oggi, specie in tempi di pandemia. E questo per ovvi motivi di contagio. Chi rimane solo ha poche possibilità di infettarsi e di infettare. E sopravvive bene alla pestilenza che appare distante sui monti dell’appennino umbro-marchigiano, al confine con la Sabina. Ne sa qualcosa Pietro Lentini, 65 anni, e da almeno quaranta “eremita” sul monte Aspra ad una trentina di chilometri dal più vicino centro abitato. L’uomo vive in un rudere riattato alla buona che gli hanno donato alcuni amici di Terni e passa le sue giornate fra la lettura e il suono del suo flauto trasverso.

L’uomo mentre suona il flauto trasverso il cui suono si perde nella vallata.

La vita di Pietro è stata assai travagliata e a soli 15 anni, fuggito di casa, aveva iniziato a girare il mondo senza trovare la sua meta. Poi la delusione di un amore e la droga hanno segnato per sempre la sua anima un tempo ribelle e laica. Poi la redenzione e la convinzione che, durante l’esistenza terrena, è meglio avvalersi dei valori ideali per sopravvivere piuttosto che sottostare alle leggi del consumismo che rendono l’uomo schiavo. Pietro, infatti, è diventato un credente laico che non ha nulla. Nemmeno i servizi igienici e la luce. Recentemente ha ricevuto in dono un telefonino, per le emergenze, e un carica batterie a cellule solari che usa per alimentare una lampadina che lo aiuta a leggere.  Per il resto una stufa a legna e abitudini monastiche scandite dal sorgere del sole e dal tramonto:

”… Dopo tanto viaggiare, non ho imparato così tanto come da quando sono qui  fermo nello stesso posto – dice Pietro – sto bene con me stesso e con coloro i quali mi vengono a trovare. La mattina presto faccio colazione con pane abbrustolito e latte aggiungendo un po’ di marmellata che faccio io. La sera un piatto di pasta. Non sono mai stato bene come adesso…”.

Pietro mentre prega la sera.

Eppure anche sul monte Aspra, in Valnerina, la tragedia della pandemia è giunta come un’esplosione e Pietro se la spiega alla sua maniera:

”… Questo nemico non è venuto dal nulla – racconta l’uomo – è scaturito dagli inferi, voluto e studiato a tavolino. Purtroppo, da quando l’uomo ha perduto la fede ha imboccato la strada della perdizione. Abbiamo aggredito i più deboli, provocato con l’aborto l’eutanasia dentro il ventre delle madri, calpestato i diritti degli indifesi e smesso di pregare…Solo se ci sarà un miracolo che verrà dal cielo potremmo uscircene. Dobbiamo pregare tutti il Padre Eterno, la Vergine Maria, implorare la pietà per i nostri peccati. Solo così ci si potrà salvare, altrimenti il mondo conoscerà la fine. D’altronde non può convivere il male con il bene. Odio e gelosie sono il nostro pane quotidiano. Dobbiamo imparare a non aggredire più il nostro prossimo, nemmeno con il pensiero… Pregare non è recitare ma lasciarsi rapire: sia fatta la tua volontà…”.

La baita ristrutturata alla meno peggio dall’uomo.

Qualche volta il silenzio del vento è rotto da qualche animale selvatico che passa fra i cespugli o dai passi pesanti di qualche escursionista che si ferma a parlare con Pietro, meravigliato dalla presenza di quell’uomo con gli occhi che brillano ed il sorriso profondo:

”… Se dovessi morire adesso sono in pace con me stesso e il mondo – aggiunge Pietro – da 40 anni prego e ho chiesto anche perdono dei mie peccati…Certo nelle mie condizioni non mancano i sacrifici ma sono orgoglioso di cavarmela da solo nella semplicità di ciò che mi offrono l’acqua di un ruscello e la terra che coltivo. Ogni tanto scendo fino al paese per comprare qualcosa allo spaccio. Il Signore mi ha sempre dato una mano. Sono consapevole dei rischi che corro vivendo solo e isolato ma la provvidenza mi è sempre venuta incontro come un dono di Dio…”.

Il Comune di Ferentillo dove Pietro si reca di tanto in tanto per qualche sporadica provvista

E’ sera Pietro chiude la porta di legno per il meritato riposo. Il sole spunterà presto. E la speranza continua.

Il monte Aspra, la vetta, fra Terni, Perugia e Rieti, a quota 1670 metri.
Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa