È successo a Beirut, in Libano, e a Damasco, in Siria. Tra le vittime anche una bimba di 10 anni. Ferito un ambasciatore iraniano. Il portavoce del governo libanese: “Israele responsabile”.
Si fa drammatico il bilancio dell’esplosione di migliaia di cercapersone di miliziani Hezbollah avvenuta martedì 17 settembre verso mezzogiorno in Siria e in Libano. Almeno 12 i morti – tra cui una bambina di 10 anni – e oltre 2.750 feriti, mezzo migliaio dei quali avrebbero perso la vista. Tra i morti ci sarebbe il figlio di un deputato libanese di Hezbollah, Ali Ammar e tra i feriti l’ambasciatore iraniano in Libano Mojtaba Amani.
Le esplosioni sarebbero state causate da un attacco contemporaneo ai cercapersone, attraverso le reti di comunicazione interne di Hezbollah. Il portavoce del governo libanese ha affermato che il governo di Beirut ritiene Israele responsabile dell’attacco e lo considera una violazione della sovranità libanese.