Morte sospetta di due anziani nell’ospedale di Argenta: due medici indagati per falso

Si allarga l’inchiesta della Procura di Ferrara. Già in carcere l’infermiere Matteo Nocera, accusato di omicidio volontario pluriaggravato e maltrattamenti.

Ferrara – Morte sospetta di due anziani nell’ospedale di Argenta, due medici sono stati indagati per falso nell’ambito dell’inchiesta che coinvolge l’infermiere Matteo Nocera, già arrestato a luglio con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato e maltrattamenti. Secondo quanto appreso, le presunte falsificazioni riguarderebbero alcune cartelle cliniche legate ai casi oggetto di indagine, mentre è contestata anche un’interruzione di pubblico servizio.

L’infermiere, infatti, avrebbe abbandonato il reparto di Lungodegenza Post-Acuzie Geriatrica Riabilitativa per assistere privatamente la madre di uno dei medici.

Attualmente Nocera, 44 anni, è detenuto nel carcere di Ravenna e risulta indagato per le morti sospette di due pazienti anziani: l’83enne Antonio Rivola e la 90enne Floriana Veronesi, deceduti lo scorso settembre nella struttura di Argenta.

Secondo le indagini coordinate dalla Procura di Ferrara, sarebbero emersi gravi indizi di colpevolezza per almeno uno dei casi, con il rinvenimento nel corpo dell’83enne di tracce di Esmeron, un potente miorilassante non previsto nei piani terapeutici, in grado di provocare paralisi respiratoria se somministrato impropriamente.

Accertamenti dei Nas hanno inoltre rilevato la scomparsa di quattro fiale di questo farmaco dal carrello delle emergenze. Gli investigatori stanno verificando anche l’eventuale utilizzo di altri medicinali, come il Midazolam, appartenente alla categoria delle benzodiazepine.

Il procuratore capo Andrea Garau aveva spiegato che il fermo dell’infermiere era stato disposto con urgenza per evitare possibili ritorsioni contro i colleghi che avevano segnalato anomalie. Il gip di Ravenna, pur non convalidando il fermo per assenza di rischio di fuga, aveva comunque confermato la custodia cautelare in carcere, vista la gravità del quadro indiziario e i rischi di inquinamento delle prove.

Le indagini continuano per far luce su altre possibili vittime, sia per verificare il titolo di studio dell’infermiere.

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