Maxiconfisca ad evasore fiscale: c’è l’ok della Cassazione

Diventa definitivo il sequestro di beni per un valore di 8milioni di euro a imprenditore viterbese già denunciato e arrestato.

Viterbo – I finanzieri hanno dato definitiva attuazione ad un provvedimento della Corte Suprema di Cassazione emesso in data 11 ottobre 2023 che ha disposto la confisca di beni, disponibilità finanziarie e quote societarie, per un controvalore di oltre 8 milioni di euro. Trattasi di beni sequestrati ad un noto imprenditore viterbese attivo nel commercio di autoveicoli d’importazione. 

Ritenuto dalla giustizia “soggetto fiscalmente e socialmente pericoloso”, l’indagato vede così diventare esecutivo quanto già disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Viterbo, e confermato dalla Corte di Appello di Roma con cui erano state applicate la misura di prevenzione patrimoniale del sequestro di beni e successivamente la confisca. 

Tra i beni oggetto di confisca rientrano numerosi immobili ed autovetture, un’imbarcazione (del valore di circa 400.000 euro), quote di società (operanti in svariati settori: commercio di autoveicoli, commercio di motocicli, attività immobiliari), il tutto riconducibile al proposto ma, sotto il profilo prettamente giuridico, fittiziamente intestato a distinte società di capitali. 

I beni confiscati, già affidati ad un amministratore giudiziario, passano ora in capo all’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (di seguito ANBSC). 

In questo scenario l’ANBSC, dopo aver assunto la gestione diretta degli stessi, procede ad individuare il soggetto destinatario del bene, che concretizzi le migliori forme di utilizzo dei beni, capaci di produrre un positivo ritorno per la collettività. 

Il provvedimento notificato dal Gruppo di Viterbo della Guardia di Finanza, costituisce il capitolo finale di una laboriosa operazione di polizia giudiziaria e tributaria, iniziata nel 2017 in collaborazione con la Polizia Stradale di Viterbo sotto l’egida della Procura della Repubblica di Viterbo, nel corso della quale l’imprenditore era stato denunciato e tratto in arresto, unitamente ad altre 5 persone, per aver organizzato, in associazione, un sodalizio criminoso dedito stabilmente all’importazione e alla commercializzazione di beni in evasione d’imposta. Attraverso tale sistema fraudolento, basato in buona sostanza sull’emissione e sull’utilizzo di fatture per operazioni commerciali inesistenti, la falsificazione di documenti amministrativi, l’impiego di false dichiarazioni sostitutive di atto notorio, era stato possibile all’organizzazione criminale omettere il versamento a favore delle casse dell’erario di IVA Dovuta pari a Euro 5.400.000,00 e di IRES pari a Euro 1.500.000,00. 

L’indebito risparmio fiscale così ottenuto veniva “investito” collocando i beni sul mercato a prezzi estremamente vantaggiosi, a discapito delle imprese concorrenti operanti nel pieno rispetto della normativa fiscale, con estremo nocumento alle regole poste a tutela della concorrenza e del mercato. 

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