Mattarella chiama il padre di Ilaria Salis: “Vicino a voi, speravo fossero giorni diversi”

Il primo colloquio tra il Capo dello Stato e l’uomo, in apprensione per le condizioni della figlia detenuta in Ungheria da 13 mesi.

Roma – Il Capo dello Stato chiama il padre di Ilaria Salis, dopo che ieri lo stesso gli aveva inviato una mail chiedendo un suo intervento e di “smuovere il governo che non ha fatto nulla”. La figlia è reclusa nel carcere di Budapest da 13 mesi con l’accusa di avere aggredito due militanti di estrema destra. I giudici magiari hanno respinto più volte la richiesta di scarcerarla e concederle i domiciliari, l’ultima due giorni fa.

Sergio Mattarella ha espresso a Roberto Salis tutta la sua vicinanza: nel corso del colloquio il presidente della Repubblica ha detto che sperava fossero giorni diversi e che comprendeva bene il suo stato d’animo. Mattarella ha anche assicurato che farà quanto è nelle sue possibilità, che non sono ampie sul piano operativo e passano ovviamente attraverso il governo. 

Ilaria Salis in catene in Ungheria

Il padre di Ilaria ha ringraziato molto per la chiamata e la velocità del riscontro e ha spiegato che, con la sua lettera, voleva segnalare la disparità di trattamento tra due cittadini italiani. Il capo dello Stato gli ha risposto che si tratta della “differenza tra il nostro sistema, ispirato ai valori europei, e il loro sistema; e che questa disparità colpisce la nostra pubblica opinione”. Salis ha ringraziato e Mattarella gli ha assicurato che “più avanti si potranno risentire”. Era la prima volta che il padre di Ilaria parlava con il presidente della Repubblica, visto che, dopo la prima pec inviata al capo dello Stato il 17 gennaio, era stato contattato al telefono da un funzionario del Quirinale.

“Siamo tutti molto contenti e lo sarà anche Ilaria quando la sentirò – ha spiegato Salis – è stata una telefonata molto cordiale di circa cinque minuti che mi ha fatto molto piacere e alla fine ci siamo fatti gli auguri di Pasqua”. La difesa della ragazza ha già presentato un ricorso contro l’ultima decisione di Budapest, in vista della prossima udienza prevista il 24 maggio, e annunciato che si rivolgerà anche alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo chiedendo la condanna dell’Ungheria per le condizioni “inumane e degradanti” riservate all’insegnante.

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