L’ordinanza del Tribunale rivela un quadro agghiacciante che smentisce la versione di Tucci: la 14enne, colpita più volte e con forza con una pietra, respirava ancora quando l’ex l’ha nascosta dietro un armadio e se n’è andato. Attesa la conferma da parte dell’autopsia.
Napoli – È un quadro agghiacciante quello che emerge dall’ordinanza del gip Stefania Amodeo del Tribunale di Napoli Nord, che ha confermato la custodia cautelare in carcere per Alessio Tucci, il 19enne accusato dell’omicidio pluriaggravato e dell’occultamento di cadavere della sua ex fidanzata, Martina Carbonaro, 14 anni, ad Afragola. Secondo la consulenza preliminare del medico legale la giovane sarebbe morta dopo lunghi minuti di agonia a causa dei colpi alla testa inferti con una pietra. Una perizia chje smentisce la versione di Tucci, che aveva dichiarato di averla coperta di detriti nel casolare abbandonato quando già non respirava più.
Martina morta dopo un’agonia prolungata
Martina Carbonaro, studentessa 14enne di Afragola, è stata trovata senza vita nella notte tra il 27 e il 28 maggio in un casolare abbandonato vicino all’ex stadio Moccia, nascosta dietro un armadio e cumuli di detriti. Secondo quanto emerso dalla consulenza preliminare del medico legale, citata da Il Mattino, Corriere della Sera e Repubblica, la ragazza è stata colpita ripetutamente alla testa con una pietra. Colpi spietati e violenti che non l’hanno uccisa subito, ma al termine di un’agonia prolungata, causata da una massiccia perdita di sangue. Questo scenario contraddice la versione di Alessio Tucci, che, durante l’interrogatorio, ha sostenuto che Martina non respirava più quando l’ha coperta di calcinacci e rifiuti per occultarne il corpo.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Napoli Nord e condotte dai Carabinieri della Compagnia di Casoria e del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, hanno ricostruito la dinamica grazie a testimonianze, filmati di videosorveglianza e riscontri materiali. Martina era scomparsa il 26 maggio dopo aver detto alla madre di voler prendere un gelato con un’amica. Le telecamere l’hanno ripresa per l’ultima volta in compagnia di Tucci, diretto verso il casolare. Un luogo che i due frequentavano durante la loro relazione, interrotta poche settimane prima.
Le contraddizioni di Alessio Tucci
Alessio Tucci, 19enne di Afragola e muratore dall’impiego saltuario, ha confessato il delitto nella notte tra il 27 e il 28 maggio, dopo ore di interrogatorio in cui è caduto in diverse contraddizioni. “L’ho uccisa perché mi aveva lasciato”, ha dichiarato agli inquirenti. Un ultimo abbraccio, che lei le ha negato: questo ha fatto scattare la molla del killer. Ha ammesso di aver colpito Martina con una pietra, motivando il gesto con il rifiuto della ragazza di riallacciare la relazione.

Dopo l’omicidio, Tucci ha spento il cellulare della vittima, l’ha nascosto in un’intercapedine del casolare e ha coperto il corpo con detriti e un armadio, tentando di depistare le indagini partecipando persino alle ricerche con la famiglia di Martina.
“Colpita con forza più volte anche quando era a terra”
Il giudice Stefania Amodeo ha confermato la custodia cautelare in carcere a Poggioreale, accogliendo la richiesta del sostituto procuratore Alberto Della Valle. Tucci è accusato di omicidio pluriaggravato, con l’aggravante della crudeltà, e di occultamento di cadavere. L’udienza di convalida del fermo si è tenuta il 30 maggio. Ieri davanti alla scuola di Casoria, frequentata dalla giovanissima vittima, amici, studenti e parenti si sono radunati insieme a una grande folla per chiedere giustizia.
L’ordinanza del gip sottolinea la “forza micidiale” usata contro la 14enne, colpita più volte anche quando era già a terra. Spetterà ora all’autopsia, fissata per il 3 giugno, chiarire in via definitiva se Martina fosse davvero ancora viva quando è stata nascosta e abbandonata dall’ex fidanzato in quel maledetto casolare.