Marta Fascina torna a Montecitorio

La deputata di Forza Italia, assente in 13mila votazioni, riappare per il caso Almasri e benedice il candidato campano.

Roma – Una presenza rara come un’eclissi. Marta Fascina ha varcato la soglia di Montecitorio, materializzandosi in un’aula che da mesi non la vedeva. Un evento che merita la cronaca, visti i numeri del suo rendimento parlamentare: appena 835 presenze a fronte di oltre 13mila assenze nelle votazioni dall’inizio della legislatura. Un primato negativo che colloca la deputata azzurra, ultima compagna di Silvio Berlusconi, tra i fantasmi più illustri della Camera.

Ma nelle scorse ore qualcosa ha spinto l’ex showgirl a riprendere contatto con i suoi doveri istituzionali. Il motivo? Il voto sul caso Almasri, la controversa vicenda che ha coinvolto i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi insieme al sottosegretario Alfredo Mantovano. Fascina ha espresso tre voti contrari alla richiesta di autorizzazione a procedere nei loro confronti, schierandosi compatta con la maggioranza di governo.

Tre voti in un giorno: un’attività frenetica per i suoi standard. Ma la giornata di lavoro parlamentare non si è esaurita nelle urne. Tra una votazione e l’altra, la deputata forzista ha trovato il tempo per un faccia a faccia significativo con Edmondo Cirielli, scelto dal centrodestra come candidato alla presidenza della Regione Campania.

L’incontro si è consumato in un angolo dell’emiciclo, lontano da occhi indiscreti ma non abbastanza da sfuggire agli osservatori. Una stretta di mano formale, poi una conversazione prolungata che ha suscitato interesse e interrogativi. Il colloquio assume un significato particolare se contestualizzato: Cirielli, esponente di Fratelli d’Italia, nei giorni scorsi è finito nell’occhio del ciclone per alcune vecchie chat in cui criticava aspramente Silvio Berlusconi. Messaggi che avevano generato più di qualche tensione in Forza Italia, con una reazione inizialmente gelida all’annuncio della sua discesa in campo elettorale.

Il dialogo con Fascina, custode dell’eredità politica e affettiva del Cavaliere, sembra ora aver sciolto il gelo. La benedizione della deputata viene interpretata negli ambienti parlamentari come un lasciapassare fondamentale per Cirielli, un via libera simbolico che potrebbe facilitare la compattezza della coalizione in vista della sfida campana.