Un femminicidio che forse si poteva evitare. A nulla sono serviti la precedente condanna ed il percorso di riabilitazione. Il presunto assassino l’aveva condannata a morte perchè non sopportava la separazione. Ed il tragico copione si ripete.
TROINA (Enna) – L’aveva denunciato perché aveva paura di fare una brutta fine. Quell’uomo che la minacciava e perseguitava dopo la separazione aveva giurato di fargliela pagare. E cosi è stato. Mariella Marino, 56 anni, mamma di 3 figli, impiegata come donna delle pulizie, è rimasta uccisa per mano del marito Maurizio Impellizzeri, 59 anni, allevatore, con tre colpi di pistola sparati a bruciapelo.
L’ennesimo femminicidio si è consumato il 20 luglio scorso, poco dopo le 10.30, nella centralissima via Sollima, rione San Basilio. La donna si era recata in un supermercato, vicino casa, per fare la spesa e stava rientrando quando ha notato il marito che la seguiva in auto, a passo d’uomo, forse già con la pistola in mano. Comprese le brutte intenzioni del coniuge Mariella ha tentato di sfuggire all’agguato mettendosi a correre e rifugiandosi in casa di un’amica. L’uomo l’avrebbe raggiunta e dopo aver profferito la frase:
”Ti ammazzo a colpi di pistola, ti ammazzo” è passato dalle parole ai fatti. La vittima é stata raggiunta da tre proiettili al capo e al petto e sarebbe stramazzata al suolo in un lago di sangue per poi spirare alla presenza di uno dei figli che aveva tentato di soccorrerla. Inutile il pronto intervento dei paramedici che giungevano in loco quando la donna era già deceduta. I carabinieri si recavano sul posto dopo pochi minuti per eseguire i rilievi di rito. Il presunto assassino, subito dopo e a seguito di testimonianze, è stato raggiunto dai militari nella sua abitazione e non ha opposto resistenza all’arresto consegnando ai carabinieri l’arma del delitto, risultata poi con matricola abrasa.
L’indagato per omicidio volontario aggravato, difeso dall’avvocato Mirko La Martina, veniva trasferito in caserma per il primo interrogatorio durante il quale non avrebbe riferito granché. La vicenda è la fotocopia esatta di tante altre, purtroppo. I due si erano separati più di un anno fa, come pare, per il carattere violento dell’uomo che, di contro, non aveva accettato quella difficile decisione unilaterale. Nonostante Mariella fosse tornata in casa della madre Impellizzeri non si sarebbe dato per vinto e continuava a seguire la moglie e a tempestarla di telefonate minacciose.
La donna, intimorita e forse temendo per la sua stessa vita, denunciava il marito per atti persecutori. Il procedimento penale si era concluso per l’uomo con un patteggiamento della pena a 8 mesi di carcere. Impellizzeri era rimasto dunque in regime di libertà ma con l’obbligo di seguire un percorso di riabilitazione presso un centro antiviolenza, il CUAV, acronimo di Centro per uomini autori di violenza.
Evidentemente il percorso psicologico non era servito a nulla e gli atti persecutori, di pari passo con le minacce, erano continuati sino all’epilogo della tragedia che, forse, poteva essere evitata se solo i sistemi a tutela della donna funzionassero davvero e non solo sulla carta. Sulle prime Maurizio Impellizzeri era stato difeso dall’avvocato Elvira Gravagna che poi ha rifiutato il mandato:
”Non me la sento – ha detto – ha detto la penalista – mi ero raccomandata di non avvicinarsi alla moglie…Non mi aspettavo che potesse accadere una tragedia simile”. Purtroppo quando insistono fra coniugi ed ex coniugi fratture relazionali di simile portata la tragedia è sempre in agguato e le istituzioni dovrebbero prevederlo magari con norme preventive ancora più stringenti come l’uso continuativo del braccialetto elettronico, ancora poco utilizzato:
”Purtroppo si è consumato un terribile crimine a Troina – ha aggiunto il sindaco Alfio Giachino – un femminicidio che ha profondamente sconvolto la nostra città. L’intera comunità si stringe al dolore della famiglia. Tutti gli eventi dell’estate troinese previsti per la settimana sono stati annullati”. L’inchiesta, eseguita dai carabinieri, è coordinata dal Pm Michele Benintende della Procura di Enna: ”Possiamo lavorare per una rapida approvazione in Parlamento del disegno di legge varato dal governo che punta proprio sulla necessità di intervenire tempestivamente sulle situazioni di rischio – ha commentato Eugenia Roccella, ministro della Famiglia – Non sappiamo se tutte le tragedie riusciranno a essere evitate ma di certo molte vite potranno essere salvate”.