Mara Favro, la pista è quella dell’omicidio. Perquisita la pizzeria, ma il cadavere non c’è

Senza esito il blitz dei carabinieri nel posto di lavoro della donna scomparsa da Susa la notte tra il 7 e l’8 marzo. Restano indagati il gestore del locale di Chiomonte e l’ex pizzaiolo.

SUSA (Torino) – Che fine ha fatto Mara Favro, la cameriera di 51 anni sparita nella notte fra il 7 e l’8 marzo scorsi? Nonostante le indagini siano andate avanti sino ad oggi con impegno e puntualità da parte degli inquirenti gli esiti positivi si fanno ancora attendere. Suicidio, fuga volontaria, omicidio, sono le piste seguite dagli investigatori che sarebbero più propensi all’ipotesi del fatto di sangue piuttosto che ad altre supposizioni.

I carabinieri durante la perquisizione nel locale di Chiomonte

A dare forza a questa probabilità i due iscritti sul registro degli indagati: Vincenzo Milione, 45 anni, detto Luca, gestore della pizzeria “Don Ciccio” di Chiomonte, di proprietà del padre, datore di lavoro della donna sparita da Susa; e di Cosimo Esposito, 36 anni, pizzaiolo, che si è licenziato il giorno successivo alla scomparsa di Mara e in pratica l’ultima persona che avrebbe visto da viva la cameriera. Milione è difeso dall’avvocato Francesco Crimi, Esposito dall’avvocato Elena Piccatti. I due hanno più volte reiterato la loro estraneità ai fatti ma altrettante volte, anche in tv, si sarebbero scambiati accuse reciproche entrando spesso in contraddizione con le risposte date agli inquirenti in sede di interrogatori.

L’inchiesta per omicidio e occultamento di cadavere era stata avviata anche sulla scorta della prima denuncia presentata dal fratello di Mara, Fabrizio Favro, tramite l’avvocato Roberto Saraniti, il quale poi ne aveva depositata una seconda facendo nomi e cognomi alla Procura di Torino. Al momento le uniche certezze, e sono poche, attestano che Mara si sarebbe volatilizzata fra Chiomonte e Susa. La donna avrebbe chiesto, ed ottenuto, un “presunto” passaggio in auto da Cosimo Esposito. Nella sua casa di corso Inghilterra, la cameriera avrebbe lasciato davanti alla cantina una cartella che conteneva alcuni fogli di carta con le scritte: autopsia, camera mortuaria, referto medico. E una data inquietante: Chiomonte, 8 marzo 2024.

Vincenzo Milione detto Luca

Un oscuro presagio o che altro? Fatto sta che Mara, a dire di tutti quelli che la conoscono bene, vicini di casa compresi, non avrebbe mai lasciato da sola la figlia di 9 anni a cui era legatissima. Un altro fatto certo è che Mara Favro, prima di dileguarsi come uno spettro, aveva lavorato per otto giorni nella pizzeria Don Ciccio dove, finito il turno, avrebbe accettato il passaggio sulla Punto rossa guidata dal pizzaiolo (che poi avrebbe negato questa evenienza affermando che non avendo la patente sarebbe stata Mara a guidare il veicolo) che l’avrebbe accompagnata a Susa, lasciandola davanti al pub Excalibur. Vero o falso?

Secondo Vincenzo Milione, invece, la notte della scomparsa la dipendente, una volta uscita dal locale, sarebbe tornata indietro nel cuore della notte perché avrebbe dimenticato le chiavi di casa sul bancone. Una versione dei fatti che suonava male sin dall’inizio tanto che nell’esposto presentato da Fabrizio Favro è bene evidenziata questa circostanza inverosimile assieme ad altre numerose incongruenze. L’8 agosto scorso, con un blitz a sorpresa, i carabinieri sono tornati nel locale di Chiomonte per eseguire una perquisizione ordinata dal procuratore aggiunto Cesare Parodi. Dall’alba all’ora di pranzo i militari del Nucleo Investigativo hanno rivoltato come un calzino la pizzeria ubicata sulla statale 24, per altro gremita di clienti nelle stanze di superficie, a caccia di tracce della donna o del suo cadavere.

Cosimo Esposito

I carabinieri, coadiuvati dai vigili del Fuoco, hanno cercato dappertutto arrivando persino a scavare nei sotterranei dell’esercizio commerciale. Nulla di nulla, persino nelle ghiacciaie, ma niente che fosse riconducibile alla cameriera sparita. Ad assistere alle operazioni di ricerca, com’è suo diritto, c’era Vincenzo Milione, pare piuttosto stizzito per la perquisizione da cima a fondo del suo locale. In attesa del responso sul Dna ed altri materiali organici rinvenuti sulla Punto rossa dove Mara sarebbe salita la notte della sua sparizione, gli investigatori non escludono, ancora una volta, nessuna ipotesi. Nemmeno quella più grave ovvero che Mara non sia uscita viva dal ristorante-pizzeria Don Ciccio: ”Mia sorella è stata uccisa e il suo corpo è stato nascosto – ribadisce il fratello della donna – Spero che adesso gli inquirenti possano accertare la verità sulla drammatica vicenda”.

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