Il corpo della 51enne ritrovato a Gravere un anno dopo la scomparsa: i medici legali parlano di “traumatismo da precipitazione”.
Torino – Non è ancora stata fatta piena luce sulla tragica fine di Mara Favro, la donna di 51 anni scomparsa nel marzo del 2023 in Valle di Susa e ritrovata senza vita mesi dopo in un dirupo nella zona di Gravere. L’autopsia, eseguita dai medici legali su incarico della Procura di Torino, ha riscontrato numerose e gravissime fratture sui resti della donna, compatibili con una caduta di circa sessanta metri.
Secondo il rapporto, si tratta di un “traumatismo da precipitazione”, ma non è possibile stabilire con certezza se si sia trattato di un incidente, di un gesto volontario o di una spinta. Il fascicolo aperto per omicidio volontario resta dunque in piedi, e gli inquirenti non escludono alcuna pista.
Il caso di Mara Favro ancora irrisolto
La scomparsa di Mara Favro aveva subito destato attenzione e preoccupazione. Dopo mesi di ricerche, il ritrovamento del cadavere al fondo del burrone aveva sollevato nuovi interrogativi. Le indagini si sono concentrate anche sul contesto relazionale della donna, ma nessuna prova definitiva è emersa finora.
La perizia medico-legale non consente di attribuire una causa certa alla caduta. Il corpo, in avanzato stato di decomposizione, ha restituito solo parziali risposte, lasciando aperto il dubbio su cosa sia realmente accaduto a Mara quella notte in montagna.