Manovra, la mappa dei tagli di Giorgetti: 10 miliardi in tre anni ai ministeri

Infrastrutture il dicastero più colpito con 2,5 miliardi. Salvini perde fondi per metro e manutenzione ponti. Ambiente rinvia 870 milioni.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha difeso con fermezza la stretta sui bilanci ministeriali nelle ultime ore. La cesura contenuta nella manovra approvata dall’esecutivo porterà un risparmio complessivo di circa dieci miliardi di euro distribuito sul prossimo triennio. Ma quali dicasteri pagheranno il conto più salato di questa politica di rigore?

Secondo l’analisi del Corriere della Sera, l’intervento sui budget ministeriali per il periodo 2026-2028 eliminerà 10,4 miliardi di euro di spese già programmate e finanziate. Di questa somma, 7,2 miliardi vengono semplicemente posticipati al triennio successivo – quindi oltre la fine dell’attuale legislatura – mentre 3,2 miliardi spariscono definitivamente dai bilanci. L’intervento del responsabile del Mef si è concentrato principalmente sugli stanziamenti mai utilizzati, quelle voci di spesa che vengono ripetutamente inserite nei documenti contabili ministeriali anno dopo anno ma che restano sulla carta senza tradursi in uscite effettive.

Tra i dicasteri più penalizzati emerge quello delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini. Il Mit guidato dal leader della Lega dovrà rinunciare a 754 milioni nel 2026, cifra che sale a 1,2 miliardi considerando l’intero triennio. A questo si aggiunge lo slittamento di 1,3 miliardi di investimenti rimandati oltre il 2028, per un ammanco complessivo di 2,5 miliardi di euro.

Situazione critica anche per il ministero dell’Ambiente retto da Gilberto Pichetto Fratin, esponente di Forza Italia, che dovrà fare a meno di 105 milioni già nel 2026 e vedrà posticipati altri 870 milioni oltre la fine del 2028.

Il Viminale subirà la cancellazione di 176 milioni di residui con il rinvio di ulteriori 580 milioni, mentre il ministero della Cultura si troverà a gestire un buco superiore ai 300 milioni di euro nell’arco del triennio.

Le ripercussioni concrete di questi tagli hanno già innescato tensioni all’interno della maggioranza e sollevato le proteste dei cittadini. I definanziamenti al dicastero di Salvini colpiscono in particolare le infrastrutture metropolitane: vengono sottratti 50 milioni alla Metro C di Roma, 15 milioni alla M4 di Milano e altri 15 milioni alla tratta Napoli-Afragola. Ma destano preoccupazione soprattutto i 150 milioni in meno destinati alle attività di controllo e monitoraggio di ponti, viadotti e gallerie, un capitolo particolarmente sensibile dopo i drammi infrastrutturali degli ultimi anni.