In un manifesto l’amministrazione comunale esprime vicinanza per la morte del killer di Lea Garofalo. Scatta la polemica. E la richiesta di dimissioni.
PETILIA POLICASTRO – Vicinanza e cordoglio per la morte di Rosario Curcio, uno dei killer della testimone di giustizia Lea Garofalo, da parte del Comune di Petilia Policastro.
Peccato che l’uomo sia uno dei killer della testimone di giustizia Lea Garofalo e che il Comune si sia costituito parte civile nel processo a carico dei mandanti ed esecutori materiali dell’omicidio della donna.
“Il sindaco Simone Saporito e l’Amministrazione comunale partecipano al dolore che ha colpito la famiglia Curcio per la perdita del caro congiunto” si legge nel testo affisso sui muri della cittadina in provincia di Crotone e pubblicato sul sito internet dell’ente.
IL SINDACO: “LO FACCIAMO PER TUTTI”
Il sindaco Saporito ha tentato di giustificare l’iniziativa, affermando che è un’usanza dell’amministrazione.
“Da quando è scoppiata la pandemia come amministrazione comunale abbiamo fatto un accordo con le agenzie di pompe funebri per fare i manifesti di vicinanza per tutti i funerali che si celebrano in città. L’opportunità di fare il manifesto è in effetti opinabile, ma noi abbiamo fatto il manifesto a tutti. Perché a lui no? Davanti alla morte si è tutti uguali. Sarebbe stata una discriminazione al contrario non farlo”.
IL PD: “DISCREDITO SULL’INTERA REGIONE, DIMISSIONI”
La risposta dell’opposizione non si è fatta attendere. Il segretario di federazione del Pd di Crotone, Leo Barberio, ha chiesto infatti “la testa” del sindaco. “La provincia di Crotone non merita amministratori che gettano discredito sull’intera Regione“.
“Apprendo – prosegue – che il sindaco con l’amministrazione comunale di Petilia Policastro ha con un manifesto espresso vicinanza e dolore per la scomparsa di un soggetto già condannato per efferati crimini commessi in passato che hanno recato sdegno nell’intera comunità nazionale. A nome di tutta la comunità democratica crotonese e calabrese chiedo le immediate dimissioni del sindaco e della giunta comunale”.
IL SUICIDIO DI CURCIO
L’amministrazione, guidata dal sindaco Simone Saporito, ha deciso di esprime cordoglio in occasione dei funerali di Curcio che sono stati celebrati a Camellino, frazione di Petilia nella quale l’uomo risiedeva.
Curcio, che nel 2014 è stato condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Lea Garofalo, è stato indicato come colui che materialmente ha sciolto nell’acido il cadavere della donna.
L’uomo di 46anne era detenuto nel carcere di Opera a Milano, dove lo scorso 29 giugno ha tentato il suicidio nella cella, ed è morto dopo poche ore al policlinico di Milano dove era stato ricoverato.
LEA GAROFALO
Lea Garofalo, ex moglie del boss della ’ndrangheta Carlo Cosco, diventa testimone di giustizia. Viene uccisa il 24 novembre 2009, all’età di 35 anni, in un agguato organizzato dal suo ex marito. Prima di essere uccisa è stata torturata, e il suo corpo è stato poi bruciato nella frazione monzese di San Fruttuoso. I resti sono stati ritrovati soltanto nel 2012.