Manifestazione per l’Europa a Roma: l’opposizione in piazza senza i Cinque Stelle

Trentamila secondo gli organizzatori i partecipanti all’iniziativa ideata dal giornalista Michele Serra. Contromanifestazione di Potere al Popolo per dire no al riarmo.

Roma – – Piazza del Popolo si è trasformata oggi in un mare di bandiere blu stellate, con almeno 30mila persone – secondo gli organizzatori – riunite per la manifestazione “Una piazza per l’Europa”, ideata dal giornalista Michele Serra. Tra vessilli dell’Unione Europea, bandiere della pace e stendardi ucraini e georgiani, l’evento ha chiamato a raccolta cittadini, intellettuali, sindaci e leader politici dell’opposizione (tranne il M5S), tutti accomunati dal desiderio di un’Europa più forte, ma con visioni diverse su come realizzarla. Sullo sfondo, il dibattito sul riarmo e la difesa comune ha animato gli interventi, evidenziando le sfumature di un movimento trasversale.

Ad aprire la giornata è stato Michele Serra, promotore dell’iniziativa lanciata dalle colonne di Repubblica. “Siamo in tanti e siamo diversi, e non può che essere così una piazza europea. In un mondo in frantumi, una piazza che unisce persone con idee diverse è uno scandalo, e questo scandalo si chiama democrazia. Non è molto di moda, ma è la democrazia”, ha dichiarato dal palco, accolto da applausi. Serra ha sottolineato l’importanza di sentirsi europei “non per un trattato o un vincolo burocratico, ma per un ideale di libertà e pace”, dando il tono a un evento che ha voluto essere un grido di speranza contro la solitudine e la frammentazione.

Tra i leader presenti, Elly Schlein, segretaria del Pd, ha attraversato la piazza con una bandiera Ue al collo, simbolo del suo impegno federalista. “È una splendida piazza di partecipazione per l’Europa che vogliamo costruire: un’Europa unita, federale, che affronti insieme le sue sfide”, ha detto ai cronisti. Schlein ha rilanciato il Manifesto di Ventotene come ispirazione, invocando “un nuovo Next Generation Eu” per investire in giustizia sociale, solidarietà e “una pace giusta”. “Dobbiamo superare i veti e gli egoismi nazionali che frenano il progetto europeo”, ha aggiunto, evitando polemiche interne al Pd sul riarmo e concentrandosi sull’unità della giornata.

Più deciso sul tema della difesa comune è stato Carlo Calenda, leader di Azione, che ha portato in piazza le comunità ucraina e georgiana. “Chi conosce la storia sa che l’Europa nasce col tentativo di unire gli eserciti, con la Comunità Europea di Difesa di De Gasperi. Oggi siamo qui per dire che serve un’Europa forte, capace di respingere le aggressioni economiche di Trump e quelle militari di Putin”. Anche Riccardo Magi, segretario di Più Europa, ha puntato sull’urgenza di un salto politico. “Il messaggio di questa piazza è chiaro: fatela questa Europa, fate l’Europa politica che manca, a partire dalla politica estera e di difesa”.

Di segno opposto l’intervento di Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde, che ha portato in piazza la bandiera della pace. “Siamo qui per dire che l’Europa deve essere un’Europa di pace, non di armamenti. Investire 800 miliardi in riarmo comprometterebbe il futuro delle nuove generazioni, tagliando servizi sociali, sanità e scuola”. Sul palco si sono alternati anche personaggi della cultura – scrittori, attori, musicisti – che hanno arricchito la manifestazione con letture e testimonianze. Assente il M5S, che ha preferito organizzare un proprio evento il 5 aprile, criticando il presunto sostegno al riarmo implicito in alcune posizioni espresse oggi.

Altra piazza, sempre nella Capitale, quella Barberini, ha ospitato la contromanifestazione indetta da Potere al popolo per dire «No all’Unione Europea che si riarma, no alla difesa comune, la sicurezza è nel ripudio della guerra. Al sit in promosso anche da Rifondazione Comunista, al quale ha partecipato il sindacato Ubs, striscioni con la scritta «abbassate le armi e alzate i salari». 

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