Invito anch’io tutti voi a restare in casa e a ridurre e ottimizzare le uscite per la spesa.
Invito anch’io tutti voi a restare in casa e a ridurre e ottimizzare le uscite per la spesa.
In questi giorni di assalto ai supermercati per timore di ulteriori strette alle possibilità di movimento, assisto a una contraddizione eclatante, di cui però, con ogni probabilità, si accorge solo il sottoscritto. Le persone per fare la spesa si dispongono in file indiane chilometriche che possono durare ore, attente a mantenere le distanze reciproche di sicurezza perché è importante tutelare la loro salute e quella dei propri cari. Una volta entrate nel supermercato, guidate molto più dalla gola che dalla razionalità, riempiono poi frettolosamente il carrello di preparati che l’industria alimentare mette loro a disposizione non certo con il fine ultimo di tutelare la salute dell’uomo, ma con quello del profitto che immancabilmente non va nella stessa direzione.
Vi ho già parlato di quanti additivi, conservanti, coloranti e schifezze varie potete trovare nelle etichette degli ingredienti dei cibi che acquistate, se solo vi venisse in mente di leggerle. E vi ho già spiegato perché il cibo può e deve essere considerato come un farmaco.
Allo stesso modo in cui leggete attentamente il foglietto illustrativo di un farmaco, dunque, dovreste imparare a leggere anche le etichette degli alimenti che comprate. È fondamentale che impariate a interpretare le etichette alimentari, solo in tal modo sarete coscienti di ciò che acquistate e mangiate. Quando fate la spesa non lasciatevi guidare da automatismi acquisiti (dipendenze enzimatiche, condizionamenti pubblicitari, trucchetti del neuromarketing), tornate a pensare con la vostra testa anche se può sembrare faticoso. Persino pensare a volte non basta, dovete imparare a elaborare. C’è chi pensa di essere attento a quel che mangia e si serve sugli scaffali dei prodotti dedicati al ‘Benessere’, bendisposto a spendere di più nella convinzione di investire in salute, senza accorgersi che la direzione imboccata è proprio quella opposta.
Molti di voi staranno pensando ‘non è il mio caso’. Vi faccio un banale esempio per aprirvi gli occhi. Da tempo sono in voga i biscotti SENZA ZUCCHERO. Chi soffre di diabete e chi vuol essere attento alla linea li acquista ben felice di non dover rinunciare ai dolci. Ma non si chiede come mai se sono senza zucchero il loro sapore è così dolce? Bene, la gente comune per ‘zucchero’ intende il ‘saccarosio’, il comune zucchero da cucina, quello che compra per fare le torte. Il saccarosio è composto da una molecola di glucosio e una molecola di fruttosio. In questi biscotti il saccarosio è sostituito da dolcificanti artificiali come saccarina (E954), acesulfame k (E950), sucralosio (E955), che, abbiamo visto, per via del loro sapore dolce, stimolano comunque la produzione di insulina e quindi di adipe. Altre volte negli ingredienti dei biscotti SENZA ZUCCHERO non troviamo scritto ‘zucchero’ e non troviamo nessuno di questi dolcificanti artificiali. Troviamo scritto, però, ‘maltosio’. Il maltosio è uno zucchero.
In chimica organica il suffisso ‘-osio’ denota quasi sempre uno zucchero. Oppure troviamo scritto ‘estratto di malto d’orzo’, altro non è che il maltosio. Il maltosio è composto da due molecole di glucosio, quindi è zucchero, con tutto il potere ‘ingrassante’ che conosciamo. Il nome di quei biscotti dovrebbe essere FROLLINI SENZA SACCAROSIO e non FROLLINI SENZA ZUCCHERO. Si gioca sull’equivoco, su ciò che il comune mortale in coda per la spesa intende per zucchero, identificando con questo nome solo quello da cucina. Non vi siete mai accorti che il maltosio o l’estratto di malto sono spesso presenti anche tra gli ingredienti dei cracker e grissini in commercio? Li rendono più appetibili, ma allo stesso tempo li rendono dei veri e propri detonatori di insulina. Ricordatevene quando potrete tornare al ristorante e il ristoratore, in attesa che voi ordiniate, ve li farà trovare pronti sul tavolo. Verrà a prendere l’ordinazione quando l’insulina in circolazione nel vostro corpo vi avrà fatto ormai impennare l’appetito.
Il mio consiglio è quello di fare di questo frangente difficile l’occasione per riflettere e iniziare ad amarsi. Reimparate a cucinare in casa, fate la spesa che facevano le vostre nonne: cipolle, zucchine, noci ecc.
I biscotti, quelli, fateveli voi, non è così complicato come sembra ed è un momento di creatività e amore per voi e i vostri cari.
Provate questa ricetta sfiziosa con mandorle e limone:
200 g di farina
50 g di mandorle tritate
100 g di burro
1 uovo intero
Q.B. (quanto basta) mela grattugiata
1 limone
Mettete nel mixer il burro a pezzetti, la farina, le mandorle tritate e frullate. Aggiungete poi uovo, mela e succo e scorza di un limone freddo. Dopo 1 ora di riposo, stendete l’impasto (spessore mezzo centimetro circa) e ritagliate i biscotti. Cuocete a 180 gradi per 20 minuti.
Dr. Lemme – Farmacista