Manette per l’imprenditore che aveva sparato in pieno centro: due morti

L’uomo si nascondeva in un appartamento alla periferia di Catania dal 10 ottobre scorso. E’ stato ritrovato anche un revolver che potrebbe essere l’arma del delitto. Banale il movente: vecchi rancori per un lavoro fatto male.

VALGUARNERA CAROPEPE (Enna) – E’ finita l’antivigilia di Natale la latitanza di Guglielmo Ruisi, 51 anni, sposato con due figli, imprenditore edile, presunto responsabile dell’omicidio di Salvatore Roberto Scammacca e della morte di Nunzia Arena. La duplice tragedia si era consumata nella centralissima via Archimede, nel centro storico di Valguarnera, nella mattinata dello scorso 10 ottobre.

L’auto della vittima tampona un furgone e uccide una pensionata

I due si erano incontrati in paese e, come altre volte, avevano iniziato a litigare e poi dalle parolacce sarebbero passati alle mani, scazzottandosi prima dentro un bar e poi fuori dal locale mentre diverse persone cercavano di dividerli. Dopo la violenta lite, sedata grazie all’intervento di alcuni amici dei due contendenti, Ruisi sarebbe tornato a casa a prendere una rivoltella, pare non autorizzata, per poi tornare in via Archimede dove avrebbe atteso che Scammacca passasse davanti a lui a bordo della sua Fiat Punto grigia. Ruisi si sarebbe avvicinato all’auto della vittima e avrebbe fatto fuoco quasi a bruciapelo per tre volte centrando il rivale in pieno petto e sul volto, facendogli perdere il controllo dell’autovettura.

La Punto sbandava e finiva la sua rovinosa corsa contro un furgoncino carico di frutta e verdura ma urtava violentemente anche una passante, Nunzia Arena di 86 anni, mentre faceva la spesa, e feriva il titolare della rivendita ambulante. La donna spirava poco dopo il ricovero presso l’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta a seguito delle gravissime ferite riportate mentre il fruttivendolo, originario di Barrafranca, veniva posto in terapia dai medici di turno e riusciva a salvarsi.

La cattura di Ruisi alla periferia di Catania

Nel frattempo l’imprenditore edile si dava alla fuga a bordo della sua Mercedes CLK di colore blu facendo perdere le proprie tracce una volta raggiunta la periferia del paese ennese. Sul posto intervenivano oltre ai soccorritori del 118, che tentavano di rianimare la vittima ormai in fin di vita, i carabinieri i quali, una volta identificato il fuggiasco, si mettevano al suo inseguimento allertando le Forze dell’ordine di tutta l’Isola.

Ruisi, indagato per omicidio volontario aggravato e presunto responsabile di altra persona a seguito del primo reato, veniva fattivamente ricercato anche dai carabinieri dello “Squadrone Cacciatori di Sicilia” e dalla polizia di Stato, coordinati dal procuratore di Enna facente funzioni, Stefania Leonte, e dal sostituto Massimiliano Muscio, che disponevano le intercettazioni telefoniche sul cellulare del fuggitivo che però risultava irraggiungibile perché lasciato spento presso la sua abitazione. Una volta uscito dal paese Ruisi, considerato in zona un gran lavoratore e persone per bene, avrebbe potuto dirigersi o in direzione di Catania o verso Palermo.

Salvatore Roberto Scammacca centrato da almeno tre colpi di pistola

Dopo due mesi di fattive ricerche, investigazioni tradizionali, intelligence, supportate da alta tecnologia, il latitante è stato bloccato e arrestato in provincia di Catania, più esattamente sul litorale della Plaia, nei pressi dell’Oasi del Simeto, in casa di fiancheggiatori che l’avrebbero aiutato a nascondersi. L’uomo è stato sorpreso mentre dormiva e in compagnia di un minore che forse aveva il compito di controllare l’esterno dell’appartamento. Nello spazio abitativo è stato rinvenuto un revolver che potrebbe essere l’arma del delitto.

L’ordine di custodia cautelare è stato emesso dal Gip ennese, Giuseppe Noto, ed eseguito dalla Squadra Mobile e dal Nucleo investigativo del comando provinciale carabinieri di Enna, diretti dal commissario capo Elena Barreca e dal tenente Vincenzo Spadaro, con i quali hanno collaborato il Servizio centrale Operativo, la Polizia scientifica, la Squadra Mobile di Catania e lo Squadrone Eliportato carabinieri “Cacciatori di Sicilia”:

La conferenza stampa degli inquirenti

“Ruisi aveva lasciato il telefonino a casa e si era allontanato conoscendo il territorio in un’area dove ci sono campagne e viuzze difficilmente controllabili – ha spiegato il procuratore Leonte durante la conferenza stampa – ragion per cui riteniamo che la sua fuga fosse meditata. E ha beneficiato di una rete di fiancheggiatori in relazione ai quali le indagini sono in corso. Ma le investigazioni, ininterrotte, sono state condotte da una intelligence di altissimo livello”.

Il movente sarebbe riconducibile ad una banalità: i familiari di Scammacca avrebbero rimproverato a Ruisi di aver realizzato male alcune parti di un carro allegorico-grottesco a cui avevano lavorato entrambi 5 anni addietro.

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