Bimbo nasce senza gambe, famiglia ottiene maxi-risarcimento per violazione del diritto all’autodeterminazione.
Parma – Un caso che ha avuto origine dieci anni fa trova ora la sua conclusione davanti ai giudici. Una coppia di Parma ha ottenuto un risarcimento di 350mila euro dopo che il loro bambino è nato con una grave malformazione agli arti inferiori, completamente sfuggita durante i controlli prenatali.
La storia inizia con una gestazione apparentemente normale. La futura madre aveva seguito scrupolosamente tutti i controlli medici previsti, sottoponendosi regolarmente alle ecografie nei tre trimestri. Né il ginecologo privato, né i medici del consultorio Ausl, né lo staff ospedaliero avevano individuato alcuna anomalia nel feto.
La scoperta traumatica avviene la notte di Natale, al momento della nascita presso l’ospedale di Parma. Il neonato presenta una severa malformazione: l’assenza completa degli arti inferiori dal ginocchio in giù. Una condizione che sconvolge completamente i genitori, totalmente impreparati ad affrontare questa realtà.
Il tribunale, come riportato inizialmente dal Corriere della Sera, ha stabilito la responsabilità del ginecologo che aveva in cura la paziente. La sentenza non si limita a riconoscere il danno legato alla disabilità del bambino ma pone l’accento su un aspetto fondamentale: la violazione del diritto all’autodeterminazione riproduttiva.
Secondo i magistrati, la donna è stata privata della possibilità di compiere una scelta consapevole riguardo al proseguimento della gravidanza. “I genitori hanno subito un grave trauma psicologico al momento del parto e sono stati impossibilitati a prepararsi emotivamente a questa situazione”, si legge nella motivazione della sentenza.
La corte sottolinea come l’errore diagnostico abbia “distrutto l’immagine ideale che la madre aveva costruito durante i nove mesi di attesa”, concludendo che “molto probabilmente la donna avrebbe interrotto la gravidanza se fosse stata informata tempestivamente della malformazione”.
Emerge inoltre un precedente inquietante: lo stesso ginecologo aveva seguito, dodici anni prima, un’altra gravidanza che aveva portato alla nascita di una bambina con gravi problemi psicofisici, deceduta all’età di quattro anni.