Mail e chat selvagge, lavoratori europei sempre più sotto assedio: l’allarme dell’Eurostat

Gli impiegati europei spendono metà del tempo in ufficio in comunicazioni digitali. Con quale l’impatto sull’efficienza lavorativa?

Navigando per i mari procellosi del web, sembra che in Europa sia scoppiata uno strano conflitto (quelli veri, purtroppo, sono vicini, Ucraina invasa dalla Russia e in altre parti del mondo): i lavoratori dell’Unione pare che siano sotto attacco, a getto continuo, di mail e chat di gruppo, quasi al ritmo di una mitragliatrice che spara comunicazioni e informazioni a raffica. L’Eurostat, l’ufficio europeo di statistica, ha calcolato che per questa enorme mole di messaggi si impiega almeno metà giornata lavorativa.

Il problema è che non si smette di essere bombardati, nemmeno durante le vacanze, come è capitato per quelle di Natale, al punto che chi ha staccato quasi completamente con i dispositivi tecnologici, al rientro si è ritrovato con una casella di posta oberata di messaggi al punto da… implorare aiuto perché non ne sopportava il peso. Nemmeno una… falange corazzata di facchini e traslocatori è riuscita nell’ardua impresa di liberare la casella dal pesante fardello!

Chi stacca durante le vacanze, al rientro viene al rientro si ritrova con la casella di posta oberata di messaggi: un peso insopportabile

Secondo i dati diffusi, il 46% dei lavoratori europei ha dichiarato che metà del tempo lavorativo lo impiegano per le comunicazioni interne ed esterne da cui sono tempestati. Esiste, finanche, una particolare classifica di quelli che ne sopportano il peso maggiore. Ai primi posti ci sono i lavoratori francesi, austriaci e maltesi, mentre nelle posizioni di retroguardia i lettoni, i greci e gli slovacchi. Tra i generi, sono le donne ad occupare più tempo in questa sorta di trastullo sotto mentite spoglie. Il sesso femminile è in buona compagnia della Generazione Z (i nati dal 1995-2010 in poi, i primi a godere dell’accesso ad Internet sin dall’infanzia) e i Millennials (i nati tra il 1980 e il 1994, così definiti in quanto divenuti maggiorenni nel nuovo millennio).

Il 46% dei lavoratori europei ha dichiarato si spendere metà del tempo lavorativo per le comunicazioni interne ed esterne da cui sono tempestati.

Il 51% delle donne dedica metà del tempo lavorativo alla comunicazione, mentre i maschi sono il 43%. Tra i lavoratori maschi, i millennials sono i più impegnati nelle comunicazioni, con il 45% di essi sottoposto almeno la metà del tempo, al godimento o alla tortura (dipende dai punti vista) della comunicazione selvaggia. La percentuale più elevata è stata raggiunta dalla Generazione Z, impegnata al 56%.

Non tutti i settori economici dedicano lo stesso tempo alla comunicazione interna ed esterna. Il settore assicurativo e finanziario sono risultati i più sensibili al suo fascino col 58.5%. A ruota quello dell’istruzione (56,4%) e dell’ospitalità (55,5%) i lavoratori col tasso più basso (19,3%) sono risultati agricoltori e pescatori. Non ci è dato sapere dai dati diffusi da Eurostat, se la comunicazione esterna è legata al lavoro o meno. Qualora non fosse così, sarebbe un’intrusione non lecita nel processo produttivo, a discapito dell’efficienza. Nel caso della comunicazione interna, non si è lontani dal vero affermare che è eccessiva, al punto che potrebbe provocare danni sul lavoro da eseguire., come calo di concentrazione e irritabilità Tra comunicazione tecnologica e compiti da svolgere la giornata lavorativa è un vero inferno. Altro che “il lavoro nobilita l’uomo”!

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